Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

Ma l'eroe del romanzo di Artsibat– chev • comincia la vita, cQme Tolstoi la finisce: in rotta col mondo». Per Armand • Ciò è tutto quanto egli ha in comune con l'autore di Résur– rcction perchè tanto questi che mora– lizza la vita, per così dire, quanto Sa– ninc vogliono goderla, così com'è, a dispettQ degli esseri um~ni, anche se a loro danno, anche se sono abbastan– za arretrati o troppo deboli per ap– prezzare la felicità presente o fuggirla, per pregiudizio o per paura •. Il confronto e il comportamento let. terario di Tolstoi e quello di Artsibat– chev sono pieni di insegnamenti e ci consentono di comprendere meglio il dramma interiore di Artsibatchev che annulla l'espressione della vita in tut– to ciò che essa ha di tragicamente bel– lo, veemente, terribile. Mentre Tolstoj si piega con amore verso il debole e l'incapace, Sanine, invece, li punisce con forLa, senza al. cun riguardo. Egli non si cura di avere il minimo gesto protettore e giunge fi. no ad affrettare la perdita di un tale individuo. Mentre Tolstoi bandisce la stretta sensuale, Artsibatchcv esalta la gioia dell'amore sensuale, senza indu– gio, né vanità, né assiduità, né fedeltà. Tuttavia in Puisaancc des Tén~brcs quale fremito! L'immaginazione cli Tolstoi è portala al parossismo ed il suo eroe principale Nikita Si rivela un essere oscuro e odioso. • li realismo quasi brutale di Tolstoi è di una gran– deu..a senza pari •· L'uomo del dovere, esaltato eta Tolstoi, fa posto, in Sanlnc, all'uomo che ha ottenuto i suoi fini con tulli i mezzi. Ecco come E. Armand ci dipinge il Sanlnc di Artsibatchev. « Sanine non è pertanto né un borghese, né un ge- suita. Egli non vuole né arricchirsi, né sistemarsi. Non è un arrivista. Egli non si nasconde. Egli non finge mai l'opi– nione che ha degli ahri. Egli .non si preoccupa di dir loro che li considera come degli imbecilli o delle canaglie, essendo chiaro che preferisce questi a quelli. Ed anche un sepolcro aperto non gli impedirà di dire ciò che pensa, come lo pensa. Non ha scrupoli, vivrà « non importa come »; senza morale, farebbe volentieri cli sua sorella la sua amante, se ella fosse degna di lui, sen– za scrupoli; • una cosa che non gli ap– partenga e che a lui piaccia (all'uomo sincero) egli la prenderà; se una bella donna non si dà a lui, egli la prenderà sia pure con la forza o con l'astuzia ...•, per ideale: la gioia è il fine della vita umana». Così, dunque, a prima vista, Sanine ci appare come un • hors clu tropcau •. Egli non lo è e neanche si può vedere in lui un novello Mefistofele. Inoltre per alcuni lati egli ci sembra simpatico perchè è forte e la sua fQrza l'utilizza per non compromettersi al contatto dei deboli, dei vanitosi, dei meschini e degli sciocchi. Rifiuta di piegarsi davanti al resto degli uomini creduloni, dannosi, incapaci, incompe– tenti, vanitosi e chiacchieroni. Per gli sciocchi. gli esitanti, i • Po– sapiano •, i mediocri, vi è sempre - di– ce Sanine - il ricorso al suicidio. E' nella nota di nichilismo al quale forse si riattacca anche il pensiero di Artsibatchev. Quanto a quelle giovani donne che non cessano di richiamarsi al desiderio dell'ebbrezza dei sensi e che se ne la– mentano o che se ne pentono il giorno dopo, esse sembrano a Sanine come delle meschine creature senza grande 287

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