Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

parndisi:1ca: Signore, falli santi ma non immortali. Nè vale sostenere che !'al di là è ne– cessario 1>erPortare l'uomo sulla buo– na strada, sulla strada della salvezza, che l'altra vita soltanto temuta o spe– rala può riuscire a purificare questa: ciò soMcncndo, 3j fonda la mQrale sul paradiso, laddove è più giusto e pili dignitm,o fondare il paradiso sula vita monile terrena. Il nostro Pietro Pom– ponazzi aveva formulato lo stesso pcn– sierQ molto prima di Kant affermando che il premio nell'al di là rende poco onesto., troppo interessata e quindi nul. la la virtù, perchè la vera virtù è pre– mio a se stessa, è virile ricchezza spi– rituale che non mendica la ricompensa degli uomini nè è pezzente sulla porta del pa1·adiso. A lu!ti Kant consiglia an– cor:i: cerchio.mo di essere modesti, ac. contentio.moci anche del mediocre se non possiamo raggiungere il grande, siamo innanzi tulio seri; ci sono pro– blemi nostri umani che ci assillano e, ciò nonostante, non si possono risolve.. re; abbiamo più esigenze che capacità; ci sarà possibile Opinare diversamente, ma non ci riuscirà di saperne di più. Così non è detto che cose sperate e soltanto sperate debbano renderci av– vent:.ti e dommatici ed essere argo– mento delle non pan•enti - come pre– tendeva S. Paolo che diede molti moti– vi di argomentare sulla fede senza le opere e sul dfo ignoto, quando dimo– strò Erasmo che Si trattava non di un solo dio ignoto. mn di più dèi igno– ti (2). Non guastiamo le giuste cause: conressio.mo di credere senza la pre– sunzione di sapere o di spiegare; una speranza non è una conoscenza come (2) ERASMO: Elogio della pau.la , Roma 1943, pag. 131. 284 un desiderio nQn è una teologia. Si vuole spesso ciò che non si sa. Secon– do Eraclito (e non Aristotele) •veglian– do noi abbiamo un mondo comune; ma sognando ciascuno ha il suo mon– clQ,.; per Kant, al contrario, in conse– gue~za delle varie stranezze escogitate dai visionari e anche da filosofi ritenuti 3cri (•Sir Tomaso More era pronto a morire per la dotlrina della transustan– ziazione ... Cessano di meravigliarsi ad ogni stravaganza della superstizio– ne • _ (3) . ), a causa della babele di opinioni in1orno a dio, agli dèi e allo lmiverso, •quando di diversi uomini ciascuno ha il sui proprio mondo, è da presumere che essi sognino,._ E sicco– me le prele~c dei visionari e dei dom– matici sono infinite e assurde, pazze– sche e nondimeno accettate, Kant non può fare a meno di sfogarsi citando le parole di Samuele Butler: ocsc im– perversa un vento iPQCondriaco negli intestini, tullo sta alla direzione che esso prende: va in giù, eccone un p ...: sale invece in su, eccone un'apparizio– ne o una santa ispirazione,._ Erasmo cli Roqerdam ricordò di un teologo che ebbe una simile santa ispi– razione quando provò che la paro– la • Jesus • deve divdersi in due: oc Je • ed oc us • - faccia bene at– tenzione il lettore -: gli ebrei pronunciano la s in questo modo, syn, e in lingua scozzese - il lettore non si distragga - syn significa pec– cato. La s di «Jesus» dev'essere tolta per l'amor di elio, perchè, fatte le de– bite propor.doni, Cristo venne sulla ter– ra per togliere i peccati. Al che Erasmo f,!elò d'orrore. Come Orazio quando vi– de all'opera le due fa11ucchiere Canidia e Sàgana. LEONARDO EBOLI (3) MACAULAY, in Rensi: Li: Ragioni dell'Jr. razlonall.smo. Sapoli, 1933, pag. 45 noia.

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