Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

L'umorismo di Kant Lo scrittore italiano Giovanni Papini osò definire in un articolo di giornale - non ricordo quando e in quale gior– nale - il filosofo Emanuele Kant ..a. struso e ottuso•. li genio di KOnigsbcrg è senz'altro difficile in parecchie sue opere, ma dobbiamo escludere quei pensieri che egli espose ne «I sogni cli un visionario chiariti con sogni della metafisica» e questi pensieri a noi in– teressano, qui, maggiormente (I). Che Kant sia ottuso, ciò lo contesta tutta la lilosofia contemporanea che è deri– vazione sua e non di Cristo e nemme– no de «La vita d.i Cristo•. Anzi ci troviamo addirittura davan– ti a ~n Kant beffardo canzonatorio. Chi fece le spese delle sue beffe e delle sue messe in ridicolo fu un certo Swe– denborg, svedese: costui era, a suo di– re e fare, in comunione con gli spiriti, era "un plenipotenziario dell'altro mondo•, divulgava i fatti di casa no– stra tra gli spiriti e, al ritorno, faceva la rivei,1zionc di co~ d·cll'altro mondo in mezzo agli uomini. Era nobile: ave– va tanto di permesso della questura e non arrivava a forc eziandio la que– stua. Si capisce subito quale sia il J?iudi– zii di una mente sana, come quella di Emanuele K:rnt, riguardo alla questiO– nc dell'influenza degli spiriti: nullica e nientica come nullica e nientica è l'influenza 'dello spirito santo. Kant non :,;e la passa soltanto con lo svedese Swedenborj!, ma anche con Filostrato che osò scrivere una vita di Apollonio di Tiana e presentò costui quale tau– maturgo in vita e morte quando la critica moderna ne contesta addirittura ~NT: Scrilll precritici, Bari, 1953. il natale. Molte cose si fanno sol per– chè non si ha proprio niente da fare! Kant analizza la psicologia religiosa e vision3ria della gente che crede e vede cd è disposta anche all'assurdQ e .i.I ridicolo; ma, stando per elencare le stranezze e le stramberie « viste e udi– te• da Swcdenborg, ~•interrompe pcr– chè si sente nelle stesse condizioni di un naturalista scrio che, dovendo pre– parare i pezzi per una esposizione di ammali, cerca di coprire in un ccrLo qual modo gli aborti per non impres– sionare una eventuale visitatrice che sia in isLalQ interessante. Se già in questo mondo vediamo om– bre e misteri, come possiamo preten· dere e avere la foccia tosta o da schiaf– fi - alla Bonifacio VII I - di decifrare i problemi dell'al di là: com'è inespli– cabile la capacità che uno vanta di fer– mare la luna, così è inesplicabile il fenor11t!no, tanto a noi intimo, di po– ter muovere il braccio. Se ci vccliamo circondati, qui in terra, da tanti arca– ni, come possiamo azzardarci a «vede– re e udire• gli arcani celesti? Solo per grazia etimologicamente intesa: gratis. Tutt'al più, - consiglia Kant - tutti quelli che smaniano di sapere dell'altro mondo aspeltino un pò, siano soltanto pazienti ché la vita è bre"e e la morte certa: a trapasso avvenuto, potranno, sfogare la sete di sapere e mangiare con gli occhi tutte le regioni beat i fiche e paradisiache. E senza fissarsi nel dire che il cielo è la sede futura dell'anima beata: la nostra terra può apparire agli abitanti di altri mondi come una delle tante stelle e, per analoghe ragioni, possonQ questi altri abitanti guardare alla terra come alla loro fui ura sede 283

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