Volontà - anno XVIII - n.5 - maggio 1965

nere a Bologna per completare gli studi, alle cure di mia moglie,. che amavano e stimavano. Luce Fabbri cm allora iscritta alla Facoltà di Letlere e di Filosofia della Università di Bologna, dove aveva tra i suoi insegnanti Alfredo Galletti e Ro– dolfo Mandolfo e si laureò con una tesi su Elisco Rec-lus. Il padre, Luigi Fabbri, noto e stimato scrittore anarchico, :i.veva all'inizio del secolo fondato, in Roma, e diretto per oltre un decennio, insieme a Pietro Gori, valente penalista e gen– tile poeta, la rivista « TI Pensiero», che gli procmò l'estimazione e l'amicizia, non solo degli esponenti del pensiero anarchico, come Kropotkin, Eliseo Reclus, Francesco Saverio Merlino, Errico Mal,nesta cd altri, ma anche degli uomini di cultura di altri partiti, tanto che nel 1913 curò e pubblicò, in Bologna, la terza edizione del saggio giovanile di Filippo Turati, «Il delitto e la questione sociale». Errico Malatesta, amico dei Fabbri, che pure io avevo in casa loro cono– sciuto nel 1920 a Corticella, dove il Fabbri insegnava in quelle scuole comunali, nel 1927, all'epoca della puhblicazione de «TI Diavolo al Pontclungo» era confi– nato a Roma, ove poi morì nel 1932. E poichè Errico MalatesLa in gioventù era stato amico intimo di Andrea Costa e <li Michele Bakunin, e direi non estraneo alla preparazione almeno spirituale dei moti bolognesi del 1874 e comunque pro– motore e organizzatore, con Carlo Cafiero, di quelli successivi del 1876 di San Lupo del Matese, leggendo «li Diavolo al Pontelungo», in cui il Bacchelli lo ri– corda e ne riferisce il nome di guerra, Beniamino, scrisse a Parigi al Fabbri, pregandolo di cercare di sapere, tramite suoi amici bolognesi, a quali fonti il Bacchclli aveva attinto nello scrivere il suo romanzo. TIFabbri si rivolse alla figlia Luce, che però in quel periodo era in montagna a Badia sulle Alpi. E Luce da Badia il 4 agosto 1927 mi scriveva: «Errico di Ro– ma vorrebbe sapere quali sono state le fonti del Bacchelli per quel libro « li Diavolo al Pontelungo,-, che egli ha letto "con grande interesse, anzi con grande commozione•·. li babbo si rivolge a me, ed io mi rivolgo a Lei per sapere se ci sia qualche persona che lo possa sapere. Non dovrebbe essere difficile, dato che l'autore è bolognese». Evidentemente doveLti d::i.rle assicurazione cht> avrei provveduto diretta– mente se, sempre da Badia, il 25 ::i.gesto 1927, essa così mi scriveva: «Quanto alle fonti del «Diavolo» sono contento Lei abbia modo di rivolgersi direttamen– te a Bacchelli. Non so però se Errico abbia piacere d'essere nominato, dato che quelle parole che Le riferii le aveva scritte al habbo a titolo di domanda con– fidenziale. In ogni modo sono abbastanza curiosa di sapere l'esito delle Sue ricerche». Ossequiente al dC'siderio espressomi, tacqui al Bacchelli il reale motivo della mia richiesta, che,• nella mia lettera, in dala 30 ogcsto 1927, indirizzata presso «La Fiera Lc.tteraria», così, tra l'altro, giustificavo: «Il quadro generale dell'am– biente in cui si svolse il fatto mi appare così vivo e vero, e così ben delineati mi appaiono i caratteri e le fìgurc dei personaggi che ne furono i protagonisti. che è nato in me, modesto studioso c\clla storia del nostro movimento operaio, 281

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