Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

con la cli!,iinolla chiarezza, che ~ottcndc sempre 11m1 padronan7.a della matc.-ia cd una ma1nrità di pensiero. In 'i-Cdcdi recensione, non possiamo che acccnnart' brc,crncnte a qualcuna delle argomt•nla7ioni che il Viola oppone al • docenle in dogmatica• cd anche pcrchè le dcdu7ioni non si prestano ad esser..: rfos-.ur\le essendo ridott(•, per come av\"er– tc l'autore, atl'indi<ipcnsabilc. l'c-.i-.lenrn di Dio è una questione filo– sofic:a o una questione religiosa? All'cav– ,ocato di Dio». che ,orrcbbc porre rell- 1,:iosamenle la qucs1lone rilosonca dcll'e– slsten:rn di Dio, Viola risponde che porre rcligio~runcnle una que.!otione filoi.ofica, si– gnifica • affrontarla con un pn.-co1n-inci– mcnto religioso, ov,·cro farla Mnuncnto cli ciò che il prcconvincirrn.:nto religioso implicit;tmcnte cd aprioristicamente ri– tiene per certo•. e ciò pcrchè una questio– ne che -.ia filosofica e religiosa allo stesso tempo, e a-,surda. Ca-,o mai, la qucMione e rellglo~mmente lnlercssala, giacche alla idc-a clell'c.!tistcni:a di Dio ,·iene asi.ociata - gratullamcntc cd as1mrdamenlc - quel– la ckll'immortalità dell'anima; non solo, m:1 l'c<ii"ilen1.adi Dio sene da pretesto per giu,;;tilicarc l'esistenza della Chie•rn, la qua– le fa dhccndcrc da Dio l'autorità t.-<l il di– ritto dcll'escrciz..io di essa slcssa. lln'altra argomcn1a1ione è quella che di– mostra come non esista alcun ne!->SO logico tra un Dio - che è sempre frullo dcll'im– magina7ionc di mcnci alienate - ed il manifc,taNi della , ila nel mondo, dcll:1 \Ìl.l che è lo !.tesso mondo. Ma, l'•an-ocato di Dio•, cade nella ha– nali1a e nell'assurdita quando ,·orrcbbe amm:\nnirc quale - diciamo - • pro,·a generica •. o regina delle prOH' ~ccondo il gergo forense, il prlncl1,io dì casualilà. Qucs!o p1 incipio, che è vero e cerio, com• p()1·ta però, dei corollari. per i quali, a pror,0,11O dell'esistenza d1 Dio, bhognc- 252 rcbbe dimostrnrc che il mondo è un ef– rc11O e che, in contrn!>IO con la legge di ca,;;ualità, Dio è la causa di sè stesso, che Dio è causa efficiente unica e surrlclcnte e che Dio-causa ~ distinto dal mondo-ef• fcHo • Dio - M:rivc l'implacabile confuta– tore - non ~piega il mondo. lnfa11i è sta– to Inventalo proprio pcrchi.: il mondo è inspiegabile. La sua prl'sunta esistema è appunto la prorn della inspiegabilità del mondo a La confutazione dhcnca più serrata, quando ,·iene affrontato il problema ra– aione-fede, per il quale, rile,a acu1amcnte l'A, quegli stei.si so~1cnitori dell'insuffi– cienza della ragione si trasformano in ra– .:ionatori e razionalisti da,anti al proble– ma dell'ori1itine e del dc!>tino del modo. Ma, se la ragione basia, l::t fede non dl– ,,cnta superflua? For!.e che chi crede In Dio, basandosi sulla propria rJglone, non crede, in ultima analisi, nella propria ra– gione? • La libertà religiosa - conclude l'A.• dopo aYer confulalo la lal~ita delle tan– tissime (?!) d1mostra7.ioni dell'esistenza di Dio - nonos1ante la contra.dittoricta dei termini, è un dirillo inalienabile del– la persona umana e non ~arò io, umani– sta ateo, a contestarla. Ma la menzogna cattolica, ollre a costituire la pili grande pn.~sunzione d 0 autorità che la s1oria an– noveri, è la strumenwli11_a.,ione demago– Kica del dello bisogno p-.icocsistcnzialc di mentire a se stessi. un cos1ante atten– tato all'unico bene reale che ci rimane: qucsta esis1cn1.a. • Perciò, deh.!llarc il teismo romano non è sohanto una questione accademica, ma i.opra11u11O un diri110 di autodifesa, non• chè un dovere morale e i.ociale ... •· (I. 'opuscolo presentato 1>uò richiedersi a Franco Lcgsio . Via S. rrancesco. 238 - Ragusa).

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