Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

scale mobili e degli scioperi, fra una eva– sione e una stangata fiscale ... "· Quanto tempo durerà questo adattamen– to, questa sopportazione? Quanto ancora «po1ranno resistere le fondamenta degli Stati, già marce e tarlate, in queste con– dizioni e costmendovi sopra piani e con– tropiani, progettazioni e programmazioni coercitive, o elastiche, o concertate, ma che lasciano comunque Lm pericoloso sconcerto perchè si costruisce il nuovo col materiale vechio», l'A. non sa; ma mwenta che i popoli, appena avvertiran– no « i primi scricchiolii nelle strutture sconnesse ..., dai-anno il colpo definitivo, il colpo della esasperazione, il colpo del– la disperazione,, E poichè la rivoluzione violenta, seco'.l· do l'A., è peggiore della dittatura, biso– gna cercare di « fare rientrare lo Stato nei suoi limiti, nelle sue giuste proporzio– ni, nella sua unica funzione politica, con metodi e mezzi non violenti •- E', a questo punto, che il saggio, muo· vendo da condizioni sociologiche d'indub– bio interesse, si snoda in argomentazioni dirette a sostenere che è possibile svuotare lo Stato dei contenuti tradizionali e mil– lenari, trasformando la società e poncn• dola sul piano del «federalismo funzio– nale•. Se il monopolio del diritto si appar– tiene allo stato e se esso è la causa prin– cipale dell'ingiustizia sociale, questa po trà essere eliminata per mezzo del plura– lismo giuridico, cioè facendo so, gcrc ed affermare altre fonti della legge, consisten– ti nelle rum.Ioni sociali, le quali potreb– bero trovare la forza del diritto positi\"O nel diritto federativo intemazlonale (che obbligherebbe gli Stati renitenti, qualora ve ne fossero, «a rinunciare ad una parte della loro facoltà giuridica a fa,,ore di au– tonomie funzionali sociali...». L'A. non si nasconde che, per giungere a questo svuotamento dello stato tradizio- nalc, o meglio, a questa trasformazione dello Stato di diritto nello Stato federa– tivo, occorre studio, competenza specifica e, soprattutto, coraggio. E ri,·olgc un ap– pello ai competenti delle diverse branche (giuridica, eceonomica, politica, sociolo– gica, didattica, ecc.), perchè prendano in considerazione il plurafo,mo giuridico ap– plicato al « federalismo funzionale ». Da questo detto, sia pure brevemente, riteniamo di aver prospettato ai lettori le attrattive del saggio, il quale merita di es– sere letto e meditato, anche perchè ad es– so non fa difetto - sia pure con alcune riserve - quella venatura libertaria ed u– manitaristica, Quell'amore cioè per la li– bertà, per l'autonomia e la dignità umana che stanno a fondamento delle nostre con– vinzioni anarchiche. CARMELO R. VIOLA L'huu•ce~sibile Dio (Editrice « La Fiaccola,. Ragusa, 1965; opuscolo di XVI - 52 pp., L 150) Le « Edizioni Liturgiche e Missionarie• di Roma, nel 1944,diedero alle stampe lo opuscolo (72 pp.) di P.R. Garrigou-Lagran– ge 0.P. - docente in dogmatica nella Fa– coltà Teologica dell'Angelico di Roma - dal titolo, presuntuoso abbastanza: «Dio ac– cessibile a tutti ». Non sappiamo se l'opu– scolo in questione abbia consentito ...... lo accesso di pochi o <lì molti a Dio, giac– chè, se i lettori del detto opuscolo hanno fatto funzionare la loro « logica », propen– diamo per la negativa. Carmelo Viola, in questa sua confuta< zione - concisa, ma sostanziosa - del " teismo cattolico », ha brillantemente cd efficacemente smantellato le impalcature scricchiolanti e fradicie di quello che è, senza meno, uno degli sviamenti più maS– sicci della mente umana. E lo ha fatto, affrontando l'a,•versario sul suo te!"l'eno, 251

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