Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

d1 educazione inte11ralc, umani1aris1a, [tiacchc la guerra non è sollanto un effetto del capirnlismo pri\lalo o statale. ma ha anche le sue radici nell'animo e nella men– te degli uomini da do,c occorre strapparla (L'opmcolo può essere richiesto a Ga– spare J\fancmo • Casella postale 38 Ferr. Torino). E. H,UCTOr,AZZI E' l'ora del "J<'1,de1'111i– l!Jmo :t~unzionule,, {Edizioni Eughcncs • Milano, 1964 - pp. 120 • !>. i. p.) Non si può rar passare 1>ot10silcn,io questo saggio che, oltre a po1>sedcrc !°in– dubbio preaio della chi:.11wz.:1e1>1>0sitiva in una materia così vcx,1111,possiede :111- chc il mcrilo dell'osserva1.ionc acuta e lungimiran1e su un problema di , iva e sco1tnn1c atcualità, il quale. anche i.e non \"iene rholto in senso anarchico, ne con• tiene tutte le premesse teoriche. Il sa~gio parte dall'csalla affermazione che tulio d mondo e in crisi. cosi come sono in crisi le lstilu7ioni odierne e, di conscaucnza sono in crisi gli Stati, spe– cialmente quelli che sotrono di alganta– nasla, cioc di quella malattia di crcsccn– ,a anormale, la quale, non consentendo di crc~ere all'infinito, determina la mor– te. E' - questa legge del limite - una leg– ge di nalura, applicabile alle piante, aali ;mimali cd anche allo S1a10, ch<' cdOHà suhire lo ~•es5.0 destino dei mostri anti– dilmiani•. Dire che lo Staio odierno ha accèntrato una quantità di servi,i pubblici e che la tcndcma accentratrice non accenna a di– minuire, m:i piuttosto ad al1men1a1·c, non è d:iv,·cro una esagerazione: non solo, ma non è neppure esagerazione dire che lo •Stato-t1111ofarc. non appaga le esigcme della cnllettidtà e non adempie ai suoi 250 cdo,·eri .., perchè cle strutture dello stato e la sua stessa na1ura intrinseca, politica, non sono compatibili con le articolazioni delle gestioni economiche industriali e commerciali• e pcrchè enon , i e un siste– ma di controllo. specialmente in un pro– cesso di giganlanasia, che possa impedire gli abusi, gli sprechi. le camon·c, le cor– ruzioni, gli illeciti, i furti, o semplice– mente la negligenza o la bustarella •· e Ci troviamo - continua l'autrice - di fronte: a una elefanllasl del capitalismo di Stato, che appesantiM:c la sudditanLa dei ciwu.lini, rendendoli lutti, chi piu chi meno, dipendenti dello o dallo Stato; a una invadenza che penetra o,unquc, per– sino ncll'intimit~ familiare, nei recessi del pensiero, nella libertà della coscienza, con una pressione invisibile, ma costante e im– placabile che fabbrica opinioni, gusti, scel– te, guide, in un convcn1ionalismo trito, gri– gio, stagnante d'immensa palude, do,·c si addormenta la pigrida mentale e sonnec– chia il deleterio conformi!tmo •· Esic:te. è vero, la minoranza pri,ilegiata, quella tradizionale. alla quale oggi si ag– giungono quella dei tecnocrati ed i cosid– detti e gruppi di Potere• (Confindustria, Confagricoltur.i, Federconsorzi; Fiat, Edi– son, Mon1eca1ini, elc; gli Enti Assicura– tivi. l'oligarchia bancaria: ali ecclesiastici, gli esponenti delle Organiua1.ioni sinda– cali, la • consorteria militare, gli organi di stampa, etc.), ma la massa è sen·a, è strumento, è alienala. Di qui rantitesi che si rivc!a appunto, come lnglustlzJa sociale e come conflitlo tra la libertà e la cocr– cll.lone. Oo\'rcbbc dunque essere a lutti e\·idente che l'ordine politico ed il sistema 1..-conomico sono difettosi e sbagliati. cp• pure non è cosl, pcrchè la maggiorall'i'a si adatta a questo stato di cose, e vh•ac– chiando ... nclk allnlcnc dei boom ccl an– tiboom, dello sviluppo e delle recessioni. delle inflazioni e dcli.! sprangature, delle

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