Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

UN A STORIA 1'I PORCI I L CASO ha /atto vera111en1e bene le cose. Le due lellere nvrebbero potuto essere inviate a due da1e differenti. Invece no: mi sono proprio arrivate assieme come fossero state al/accate l'mw sull'allra. L(I prima mi accusa di essere venduto ai Rus· si perchè, i11 uno dei mie ultimi arlicoli, dicevo male degli Americani al Vìet-Nam; la SPconda di essere ·ve11d11toagli Americani perchè, nello stesso allicalo, ricordavo gn interventi sovietici. Mi si dice: "ronfessate dw;que che riscuotete! Mostratelo una buona volta il vostro foglio di pag(lf "· Ebbe11e, lo confesso. E' vero che mi arrivano detfe fini di mese soven/e difficili. Non è raro che quando arrivo all'Hltimo giorno, 11011 so vii'I come fare per arrivare a visilare tt11ti i miei datori di lavoro. Rendetevi conio che devo cominciare a correre dafl'Ambasciata degli Stati Uniti a quella del– l'U.ltS.S., poi dal Ministero degli Interni alla cassa dei diversi partili, senza dimenti– care alcw1i sportelli di minore importanza dove mi è tesa la sportula dalla mano alla mano. Quame corse, q1w111i1assì, q11anta fatica! Qwmle b11ste piuttosto pesanti da dover portare 11e/le tasche. E che lavoro con 111ttaq11esaco•uabilià i11rubli, in doflari, in fra11chi e ili sterliue. Crede1e voi sia cosa da niente? Incassare da tutte le parti, crede/e a me, è una vita da cani! E' d'al1ra parte, che cosa fare orti? Ormai ci siamo e bisogna segui/are. Vi parlerò rosì della partila di poker di imo dei Gra11di. E poichè si trai/a - ancora w,a volta.' - dell'America, sarà l'occasione per 11110 dei miei corrispondenti, di raflorwre le proprie opinioni a mio riguardo. In quanto all'c.l/ro, che si consoli: se per caso lw in casa la colle::ione del Canard, non ha che da rileggere i miei articoli su Budapest O s11lMuro di Berlino. Essi, er'ano così virulenti e così duri per i Russi che il Pentagono, pazzo di gioia mi offrì subito la mia villa tli campagna. Solo che il terreno che la circo11da è da ve'1ulere e spero bene, questa volta, di farmelo pagare da Kossighin. Quello che sto per raccontarvi è ima storia già veccl,ta: il tempo vola. E vedete come io sia machiavellico, giacchè non sono nemme110 io quello elle ve la racconta, ma un americano. In ogni caso, essa vale tanfo oro q11a11topesa. Gi11dicate. Il 18 aprile, si sparse nel mondo la notizia che 1111 gruppo di ribelli, era sbarcato a Cuba per abbaltere Castro. Il posto scelto si chiamava la Baia dei Maiali. E i11 verità fu, per come scrive 1-/aynes Johrison, (I) ,ma delle più vergogr;ose porcate della Storia. lo ripeto: Haynes Jolmson è americano. Ed è ferocemente anticaslrista. li suo racconto, seri/lo intera111e111e a gloria della spedizione è fondato escl11sil·a1mmte sulle tesli111onimn,e dei ribelli, è da cima a fondo 1111 grido di orrore per il regime cubano. Per lui, 11011 c'è peggior liranno di Castro, di que:.to novello Mara/ 0 1101•elloStalin. E perlant 0 Castro esce come vi11ci1oremorale da questo libro. In effe/li anche se per caso fosse nero come lo si vuol divingere, non arriverà mai ad esserlo tanto q1umM lo sono i s11oiavversari. E non parlo dei ribelli (che, almeno essi, malgrado tutto, si sono battuti), ma piuttosto di coloro che da lontano li teleco111andaro110: i ricchi emigranti cubani e gli ufficiali della C.l.A. (I) Haynes Johnson: La Baie ùcs Cochons, (coli. "Cc jour-là• Ed1! Laffont • P:iris). 237

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