Volontà - anno XVIII - n.4 - aprile 1965

Quanto alla tolleranza alla quale accennate, debbo ripetere che - a mio giudizio - essa è stata esercitata abbastanza da parte di chi è nel vero. lo sono per il bene aggressivo, e credo che predicare il bene passivo - come ha fatto il cristianesimo e come mi sembra che voi vogkltc (m:i, mi ricordo in tempo per corr::ggere l'esagerazione propria di ogni lettera breve) - significa intral– ciare il progresso ( 12). Ed è proprio così, perchè nella società attuale esistono delle sopravvivenze: quelle successiv~ al cannibalismo. al periodo selvaggio del– l'età della pietra e di quella del bronzo, agli obbrobri dei despoti orientali e, co– munque, dopo l'inizio del12. storia (Voi potrete vedere un grande spettacolo di queste sopravvivenze, se verrete nel mc.se di giugno in Inghilterra: sarà bello vedere degli 1-Iuxley in ginocchio davanti alla regir.a per riccv':!re l'investiturH di G. C. Ma se ne vedranno ancora di piì.t belle dell'epoca assai selvaggia e can– nibalesca badando a quanto str. per svolgersi intorno ~d Edoardo VIT - (13) -). Ebbene, sapendolo, perchè dovrei guardare ciò con occhio accondiscendente? No, mio caro amico, l'eclettismo è la morte, la peggiore àclle morti, la morte individuale. La vostra idea circa le rivoluzioni mi s~mbra assolutamente errata. Certa• mente voi siete d'accordo con gli storici quando dite: «Allora all'indomani (del rovesciamento del governo in Russia), i contadini bruceranno i castelli, etc.» lezione non è sempre un'eliminazione dei meno solidali {il più cattivo che di11iene capofabbrica. etc.). ma spesso anche un'elevazi,Jne dei più capaci {che il padr.:me ha interesSC" a trtlttar meglio, ad allirare nella sua sfera d'interessi, elc.). C:>nclusi che, a causa di quesle dilfenmziazioni, molti buoni clementi ,enivano continuamente strappati dall'ambicnle dei compagni, e che tali fatti mi è apparso che spiegassero la lentezza con cui la grnnde massa comprende le nostre idee; infatti i molti di talento. che le comprendc\fan:i pil! facilmen1c c che sapevano e \'olcvano agire. ,·ennero cominu:imente separati da quclln massa, ad opera dei capitalisti i quali \'Olcv:mo innanzi tutto profiuare della loro capacità. Ricordo che, nè in questa lettera, nè. in altre discussioni, Kropotkin non ha .iffrontato questo problema. Ritenevo che i compagni più ulili alla causa sono quelli che, accettando le idc:e. restano jn mt'uo al tavoralori senza volerne uscire, come fecero tanti buoni compagni, dovunque: Johann Neve, Sam J\'lainwaring, Lucicn Gm.'!riveau e tanti allrit Avr.::i desi– derato allora (1902) che si tossr. incoraggiato di più questo genere di propaganda che diffcri,,a assai dalla tendema - comprensibile d'altronde - di mclti amirchici a lasciare k fabbriche ed a vil'cre come potevano. A ,:o!tc fu per essi un ben;:.-,che però h allontanò dai lavoratori. (12) Non m1 è staio mai possihile parlnre di tollerant.a con Kropotkin, ~enza che cgli si sia irritato. Ho gi!l. molte volti! scritto su ciò che io intendo per mutua 101leranza. Non è daV\"ero non– resistenza al male e neppure rinunzia all'impiego della fon.i. f:.' I.i convi,•cnza di persone (che non sono della stess.i opinione), è la coesistenza di istituzioni (che non ~ono b.isatc sullo stesso sistema) le quali preferiscono viçcre in pace anzich!: in contrasto cd in lotta permanente sino all'eliminazione dell'avversario. lo penso che. anche attualmente. u11 gran numero di contrasti l'cngono appianati pacificamente e che la violenza è l'ultimo rimedio che io non proibisco ad alcuno. ma che vedrei con rincr~scimento di\·enire generale. Non ,·~ngono pili bruciati coloro che hanno una dh-ersa concezione rcligio~a e neppure i liberi pensatori, cd oso pensare che si giun, gcrà allo stesso grado di tolleranza per questioni na,ionali e sociali. Avevo portato a Kropotkin l'esempio dei •Quaccheri• e di quanti, µer principio, si rifiutano di portare cd usare le armi - e hl guerra ha dimostrato eh(:: questa idea ha influenzato molti uomini. gli obiettori di coscienza dell'Inghilterra. degli Stati Uniti, etc. In breve, non ho mai capito pcrehè Kropotkin, il quale cercò e tro,·ò dappertutto m{)ltissime tracce di mutuv appo~io, abbia considerato impossibile o non desiderabile che si giungesse a porre le dispute al livdlo dell'azione autonoma diversa di due o più parti in contrasto. (13) L'incoronazione. 221

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