Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965

Industria tessile Domestiche Diversi 20.000 34.000 8.000 1.500 300 500 Da mezzo secolo certe regioni italiane forniscono tradizionalmente, « et pour cause», emigranti ai paesi ricchi d'Europa. Dal 1945 in poi - dopo una parentesi di arresto dovuta al fascismo - il centro dell'emigrazione sta però spostandosi verso il sud della penisola e questo per due ragioni: la ripresa economica del dopoguerra che si limita, purtroppo, aiia soia porzione settentrionale d'Italia e più particolarmente all'invidialo « tnangolo industriale» compreso fra Torino, Genova e Milano; e la chiusura prcssochè completa degli Stati Uniti all'emi• graziane meridionale. Delle sedici provincie italiane che forniscono alla Svizzera le più importanti aliquote di lavoratori stagionali (Avellino, Belluno, Bn~scia, Bergamo, Beneven– to, Caserta, Chieti, Campobasso, Catanzaro, Lecce, Potenza, Pesaro, Sondrio, Treviso, Udine e Vicenza), otto sono meridionali e sono esse che forniscono la maggioranza degli operai agricoli ed una buona pnrtc dei e delle lavapiatti, mentre dalle altre - e soprattutto da quelle della fascia alpina - partono car– pentieri e muratori, domestiche cd operaie tessili. 2. - ASPETTI SOCIALI DELL'EMIGRAZIONE MERIDIONALE La grande, e troppo spesso triste avventura, incomincia nei villaggi diseredati del Mezzogiorno, quando l'emigrante decide di abbandonare le campagne che non possono allo stato attuale delle cose, nutr:rlo. Una voli'a svanite le speranze di trovare un lavoro nej centri e nelle città meridionali, il lavoratore disoccupato del Sud imbocca il « cammino della spe– ranza » - lasciando alle sue sp::tlle Palermo e B. :1.ri ,Reggio Calabria e Napoli - e si spinge verso il Nord Italia, oltr'Alpe od addirittura ~!tre Oceano. Si tratta di una vera e propria emorragia, tanto più grave dal momento che quelli che partono sono i più dinamici e coraggiosi; il fatalismo e la rassegna– zione non faranno che aumentare con l'invecchiamento della popQlazione che resta (si sa che un'alta propoi-.tione di emigranti ha un'età che va dai 20 ai 35 anni), mentre aumentano gli sfor1.:i necessari ad un profo11do rinnovamento sociale. Dal 1946 al 1960 ollre 1 milione di meridionali sono emigrati nei paesi trans– oceanici e 350.000 in Europa, mentre, annualmente, il Sud fornisce all'Europa almeno 200.000 emigranti stagionali. A queste cifre vanno aggiunte quelle, in costante aumento, dei meridionali che si trasferiscono nel Centro (Lazio e Toscana) e soprattutto nel Nord Italia 134

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