Volontà - anno XVIII - n.3 - marzo 1965

connessione con il grado estremo, ev...:rsivo che sta in tutta la sua opera e in tutta la sua vita. Purtroppo invece, fra gli anarchici moderni, questa figura di appassionato rinnova101·e non sembra abbia trnvato degli entusiastici continuatori. D~gli a• narchici italiani, si è sentita ')Olo qualche voce cli tanto in tanto sulla rivista « Volontà», o nel gruppo del « Libero Accordo» di Torino. E. Armane! invece aveva dello: « sì, voi socialisti, rivoluzionari e anarchici che ingorgate senza batt~r ci– glio cento colonne di avvisi di demolirionc e di battaglia sociale, ma che due– cento righe di appello all'esperienza voluttuosa vi ostacolano, cioè a dire vi scandalizzano. O schiavi! ». Detto della questione sessuale, bisogna però ora dire che anche nella for– mulazione del suo individu'11ismo anarchico, Armane\ mostra d~i punti di mo– dernità e at1t1alità: quando e.gli dice che la viol?nza non potrà mai cambiare la società, ma che deve avvenire prima una profonda evoluzione nell'individuo e che è dall'individuo che la socict;:l comincia a trasformarsi. L'anarchismo di E. Armand appare più bello perchè è un anarchismo da «strada», non è più tanto «politicizzato», è di un carattere estremamente eversivo, portato all'ab. bandono, con una vita esaltata, avvcnturuosa, varia, inebbriante, che non con• sen1e mezzi termini. Così Armand arriva a capire il caratt~re di rivolta - anche se limitato e incoscio - che permea certi strati sociali «malfamati» e non «politicizzati», quali i ladri, i delinquenti, i vagabondi. E. Armand è insomma come una di quelle moderne anime beatniks, che \ 1 agano al di fuori della società contempo– rnnea, anche se non «costruiscono» per gli altri. E. Armand era ancht.: sfiduciato di un qualunque sistema che pros1ntt,tssc una nuova realtà come duratura; egli a volte credeva che non tutti gli individui fossero riducibili alla libertà, perchè ammelleva un certo determinismo natura. le. Così la sua lotta sembra colorarsi di relativismo e scetticismo, è,..una lotta quasi sovrumana che durerà in eterno tra pochi uomini e una società che sarà s:!mprc amorfa. Ma poi egli si contraddiceva e diceva che la liberazione indi– viduale che egli prospettava non era cosa di « élites », ma di tutt'1. Parlava di Libertà contraria all'Uguaglianza, poichè gli sembrava che in una società libera tutti gli esseri non dovessero essere id:"!ntici, uniformi: ma in que. sto caso era meglio dire: tutti liberi, differenti, con una propria personalità, ma tutti uguali; egli invece usava principi come « selezione dei più atti», « concor– renza» e « lotta per la vita», tutti concelti 1·csidui darwiniani che colorano a volte il suo pensiero di egocentrismo, una lotta cieca cd çterna di pochi indivi– dui contro una società anche! anarchica, con1ro cui dovremmo sempre afferma• re la loro «individualità». Ma a parte questi difetti, che nei suoi momenti mi– gliori vengono assorbiti, il pensiero di E. Armand è molto bello e libero. DOMENICO DEMMA 160

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