Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

mento» di Yalta di Togliaui e le conferme ufficiali di esso espresse dal suo successore, on. Longo. I callolici, attraverso il gruppo « Testimonianze)>, sono favorevoli a questo <( embrassons-nous ». tanto che Mario Cazzini teorizza addi– riflura la modalità del dialogo, con espressioni paternalistiche nei confronti dei « poveri fratelli comunisti>> che non riescono, davvero, ad occullare i disegni di un'operazione tattica voluta ad alto livello. Corn11nque, al di fuori ed anche fJl di sopra delle diverse sfuma– ture con cui viene presentata la possibilità di un dialogo cattolico– comunista, e non dimenticandoci che si tratta dei primi colpi di assaggio lra qualificati fautori dell'uno e dell'altro blocco, è chiaro che, allo stato dei fatti, l'incontro tra calfolici e conninisti presenta una chiara predisposizione ed una convergenza d'intenti i cui svilup– pi, ne siamo convinti, non tarderanno ad incidere sugli schieramenti politici futuri dei prossimi anni. Non basta però prendere atto di questo stato di cose, ma biso– gna portare alla ribalta della puhhlica discussione l'equivoco e la frau– dolenza su cui dovrebbe poggiare un dialogo che già, all'origine, porta i germi di una contraddizione insanabile. Bisogna mettere in evidenza che l'« approfondimento ideologico», tanto strombazzato dalle due parti, non è altro che un problema nwndano, profano, di sopravviven– za, non solo di ideologie che hanno /allo il loro tempo, ma dei sistemi e delle isti111zioniche su quelle ideologie hanno vissuto sino ad oggi; bisogna far capire a quanti l'ignorano e far ricordare agli smemorati che le due ideologie che oggi si vorrebbero far coesistere pacificamen– te, nacquero, contrapposte, su due antitetiche visioni del mondo; e che, soltanto per un volgare calcolo di sopravvivenza e come conse– guenza degli ada11amenti sul procustiano letto del compromesso si propongono dialoghi ed incontri all'insegna dell'ambiguità e della ri– nunzia. Bisogna mostrare agli uomini di buona volontà che c'è possi– bilità di conciliazione solo fra ;deologie che presentino un carallere affine, sicchè il socialismo, nato all'insegna della libertà e dell'egua– glianza, non può coesistere con un catwlice.simo, nato con una visione antiumanistica, limitata, autoritaria della vita: quello che, pertanto, si adegua e si adatta al compromesso, al dialogo, quello che vuole una « conciliatio oppositorum » 110111 è socialismo, ma una distorta concezione di esso, e tale è appunto il comunismo autoritario. G. ROSE 67

RkJQdWJsaXNoZXIy