Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

poste, individui siffatti si sentono tranquilll e si illudono anche di esser giunti alla pcrferlone ... nei confronti della caserma, naturalmente, In fondo tutte le persone che accettano supinamente i prlncipii cLicl della comunità in cui vivono, o di una chiesa, o di una regola monastica semplificano la morale, riducendola all'obbedienza a determinati comandamenti, si liberano dal tormento del dubbio, dalla preoccupazione di sbagliare: ma così comportan. dosi abdicano alla propria C'oscienza. « Multo tutius est stare in subicctionc • (Dc Imit. Chr .. I, IX). Tutius es1nime il motivo per cui l'uomo preferisce seguire precetti determinati o un dlretlore spirituale, anzichè tormentarsi nel travaglio di un problema lnte1llore: 1>crchè ciò gli conscnlc l'illu~Jone di essere « a 1>0sto». Ma la morale non si J>uò ridurre nè all'accetta7Jonc di uno statuto nè ad un atto di obbcilienza. Davvero non si può cap.icltarsi come l'umanità, In grande magg·loranza, abbia potuto persuadere se stessa che l'obbedienza sta una virtù, come certl slstcm:i cU etica l'abbiano considerata la meta suprema. Forse tale convinzione si fonda sul desiderio dei padri che I rlgU obbeilisca. no, sulla considerazione del vantaggi che l'obbedienza del figli reca al genitori, cioè sulla schiavitù domestica, alla quale si pretende di dare un contenuto mo.. raie, e che ha gravissime res1>0nsabilità nel campo etico e sociale. Infatttl la famiglia costringendo il bambino, fin d.:1lh1plì.1 tenera infanzia, alla così detta • obbedienza cicca», preparu l'uomo a plcg:1rsl dinanT.I.a tutte le cicche vicende della vita, fra le quali anche alla tirannia del pila forte. Dalla schfaviti1 della famiglia si passa l}OIa quella dello Stato. I capi hanno sempre bisogno che i sotto1>osti obbediscano. Qulnili, do1>0averli sottomessi con la for.rn , quale sistema migliore per mantenerli docili al loro voleri che elevare l'obbedienza al rango di virili? Così, in~egnando la virtù, si rende la gente pronta ad adempiere la \'Olontà altrui. Non parliamo poi della funzione dell'obbcilienza nelle varie chiese: obbedienza ai sacerdoti depositari delle disl}Osizionl divine, obbecUenza alla volontà di Dio, obbedienza alla Scrittura, obhcdiel17.a al precetti della chiesa. Il J>eccato orighmle è presentato come un alto di disobbedienza alla volontà divina; perciò ogni virili viene proposta come una rorma di obbedienza e ogni colpa come una forma di disobbedienza. Eppure come si possono Ignorare i risultati nefasti di tale linea di condotta? Risultati di cui abbiamo potuto renderci conto molto bene durante Il periodo nazifascista, e dopo, durante I processi al criminaU di guerra, i quali hanno sempre a~uto la prcte~a di giustificarsi dichiarando che « avevano obbedlto », come se l'obbedienza potesse sostituire la coscienza elica. E bisognerebbe anche tener presente che tutto il progresso umano ha avuto luogo pcrchè l'uomo ha disobbedito, pcrchè si è ribellato alla sua condizione e ha tentato di impadronirsi delle forze naturali a suo vantaggio. La scictnza e lo svih1Jlpo della civiltà rap,– prcscntano un alto dl ribellione. Un uomo obbediente abiterebbe ;U1cora nelle caverne, vivrebbe dl caccia e di pesca, andrebbe da un luogo all'altro con il cavallo di S. Francesco ccc. Ma anche lascl;mdo da parte tutti i ritrovati e le 81

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