Volontà - anno XVIII - n.2 - febbraio 1965

Platone, mo.stra la su.t eccellenza nel pre-.entarsi come credenza ndl'lrrazionale, come dominio del male del dolore nella vira, come convinzione del caso che è assurdo e dcll':1.ssurdo che è ca<-o,dando il nome di dèi .:1quelli che .sono i \/Cri princìpi dell'universo e con ciò ammettendo non un ,olo dio o pii.1dèi buoni, ma piutto-.10 un solo demonio o piu d..:moni. Lucifero C(HTIC demonio partico– lare è imen,ionc dei cri,tiani, ma nella religione pagana assumeva, con altro nome, la PO'>i7ionesuperiore cli t•n M.1r1c che fa guerra, cli una Venere che non .si smcnti.sce nrni, di un F.:110che è al di sopra di GiO\'C che Giove onora senza capirlo. Dl!i tal,;i e b11gi.:1rdi? non cs,i, ma la vita, che è orrore e inganno e l'Olimpo ne è il paradigma. L'ateo non nega dio, nega soltanto gli attributi trn– di,tionali di dio, il dio del senso comune (2). Que.sta c1a la v~ra religione, la n·ligionc •razionale•, destinata, per il fatto d'c%cre r:nionale, a far.si .soppiantare dalla « visuale della pil.1 inlima e incolta marmaglia», dal cristiane-,imo. Sempre capita che l'ispirnzionc ckriva dalle fon– ti più p.:1acschc, dagli uomini più sql1ilihrati fanatici e.saltati: gli ebrei che nel mondo antico diedero il via al c:-i~tiaJU.!' imo. e i ru'>'.,i. gli ebrei dei nostri gio,~ ni: .. Colui che ottiene ragione e colui che dc\·e ottener-la solo assai di rado sono la stessa 1>crsona • (3). La storia sì ripèle: un Dantt.: vivo i.• sempre c~1Jiato e perseguitalo, un Dante mono t' sempre valut:110 e rnonumcntato: un eroe qual . .sia'ii, un br.:ncmcrito della patria subi~Cl' la stcs,;a ~ortt:! in vita e in 11101·tc.Una giusti,ia dotdnale o troppo tardiva è .scu-;ata se è l'ultima: invece si fa mono– tona e un altro Dante L· Ma1.1ini, e Mcucci, che accol~e Garib.:1ldi a Clifton, forse non aveva neppure i wldi per un gc11one e fare una telefonata, pur aven– do imentato il telefono do\e s'innal1a la .statua della libertà sen1.a giu.stizia. Chi comanda in terra può vantare di c-;,crc delegato da dio, comanda davvero per diritto divino, è male come dio. Chi \ incc sempre se non il popolo harbaro sul popolo ci\'ile? che cosa è, in fondo, la <,le%a civiltà -,e non l'altra faccia dell'impotenza? Poca cµltura fa \Celere il dh·cr'>o e J'oppw,10, molta cultura fa \Celere il <,imile e l'identico: guer- 1·c e paci, (' nuove guerre e nuove paci; il oartito all'opposizione è .\>empre al· lcato dd nemico stranic1 o 1.: la guc1T:-1non è soltanto di nutura borghese, voluta soltanto dai capitalisti, è invece di n.1tura um,rna, voluta da tutti gli uomini. Chi da una gunra non <,j ripromette la migliore giu,titia sociale o i migliori rapporti internazionali? eppure, ncs".un popolo si dichiara appagato cd è pronto a riprendere..• -.ubito le armi: nessun popolo si ras'>egna a considerarsi vinto e si prepara per una seconda guerra mondiale; l'Alto Adige: ci dichiara il fallimen. to della guerra '15-18, anche se vinta, e l'Alsazia-Lorena prova col snngu'! di (2) t'.\IIU\ RE\:SI. Angoscia di ,h'ere, 1964, IPg. 10-11: • Eppure questi uomini che uccidono, straziall(), condann:rno, ~I comportano coow- l'Es!l<'re, ranno parte lii queslo Essere, che lulll, specie e lndi,ldul, eonùuma; che 1ut1I i,traùa e ueeltte. rerclò l"in<ligmutone che dl.mos1rtanto ,·erso di loro non può elle rar parte dell'lndign11l'..ione cl1e dobbiamo pro,11rr nel rlgvardl di queslo sp:u-ento,;o comport,,11i.•n1u dcll'Euere. Ami, ))Cl" esprin1crel plì1 csa1tf'mente, è l'Essere che, at1r1wcrso di noi, rh-elr. 115uo bla,.lino e la sui, nngoscl:1 per le lcgi;I di crudeltà e d 'lnglusllz.ia , che reggono la vita unh·ers:t. e 111anlrcs1a, 1x-rclb, h• aspirazione a cosln,lrne di nuo,·e •· O) l'aiuic d1 LI.'s~ing in G RF.NSI: Le ragioni ddl'lrraùonalbmo, Naooli, 1933, p:ig. 41. 76

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