Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

ma non Stato di ragione e per fortu– na sua non esiste l'in(erno. Gli spagnuoli del duca d'Alba aveva– no già preso Anagni e avevano bevuto pLll"eil vino elci castelli e lui, con tutto ciò, and.;1.vapuntualmente, Lutti i gio• vedì, alle riunioni del Sant'Uffizio. (Il 14 giugno 1559 - due mesi prima di morire, e un giorno prima che fosse strangolato e poi arso Ambrogio de Cavoli, eretico milanese - e neanche per questo una voce nell'Enciclopedia in mezzo ad altri due cani - era così sfinito che dovettero trnscinare fuori, prima che terminasse la seduta, quel fascio di nervi senza carne e allora si– mili a fune fradicie, che, sfinito ma non finito il 22 giugno fece riunire la congregazione nella sua camera, riscal– data perchl: sentiva freddo e non ce la faceva proprio a stare in piedi, pur cercando di curarsi purgandosi quan– to più gli era pQssibile allo scopo di vivere cent'anni come S. Pietro e suo padre che gli aveva trasmesso tutta quella pc~te). M::tla presenza cli un viccdio idropico a forma di mandolino non poteva in– cutere limare riverenziale nel giovane Algieri che negò ancora la ctmfessione, il purgatorio ç il resto che non si sa. Così lo studente venne condannalo .il rogo il 19 agosto 1556 in piazza Na– vona_ Un testimone ocul.H"c precisò che la pena stabilita fu una caldaia bol• lente di pece olio e « tcrmentina >►, che il martire non paventò, anzi « sponta– neamente si offerse con allegra faccia alzando le mani al cielo et dicendo: suscipc Domine Deus mcus famulum et martyrem tuum, continuando il me– desimo nel mezzo delle fiamme et dei tormenti, per spatio d'un quarto d'ora che vi visse ». Moloc poi ne sa di più. E l'ambasciatore veneto, facendo la 48 relazione a coloro che governavano se. renissimamente, confermava il testi– mone anonimo e difatti « Quel scolarn da Nola fu uno di questi dì in piazza Navona b1·uciato vivo, con tanla con– stantia, che fece meravigliar ogn'uno, et intendo, che leggendoseli il processo disse, di gratia leggetemi la senten1ia, la quale udita che ebbe, ringratiando Dio, disse, questo è quello che ho sem– pre dimandato dal mio Signore, vivat dominus meus in aeternum ». VII - IL CONCILIO DEL BUON CONSIGLIO Ci fu una volta, tanto tempo fa, nel– l'anno 398 di quest'era volgare, il Con– cilio cosiddetto di Cartagine, l'unico illuminato dallo spirito santo che pro– fuse tutti i suoi doni allora soltanto, non mai prim::t, nè più dopo, perchè promulgò jl seguente canone, bello, buono e vero: Il clero Istruito deve guadagnarsi i mez"l.idi sussistenza col suo lavoro E non si sen!ano tutti offesi, chè i! Concilio parlava, sì, del clero, ma di quello istruito soltanto, cioè colto. Gli inglesi dico110 che gli americani hanno una sola cosa buona, b lingua, ma la p.:lrlano male. I p1·eti hanno un solo Concilio serio e onesto, quello di Cartagine, ma lo ignorano . Guarda l'ironia del caso: un secondo Carlo Carafa. nato nel 1561 proprio quandQ il primo e cardinale finì im– piccato solo soletto in carcere. fondò a Napoli la congregazione dei Pii Ope– rai - niente paura!: essa aflidava sol– tanto missioni e al popolo, in città e in campagna. Ma la congregazione fallì sola solet– ta .._ Se non si è scettici, si deve diventare pe1· forza rivoluzionari! ! ! LEONARDO EBOLI

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