Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

La verirà è clre per i co,,11misri la falsi{icaziane ed il raggiro sono quello clre per 11ncredenre w110 gli arri di fede nel proprio dio, qualcosa cioè di essenziale cui sembra inwossibile ri111111ciare senza vrovocare la c<Hl11ra del vrovrio mondo. E la verità? La verità è cibo per i piccofi•borghcsi che gioca110 alla ril'of11zione; per i rivoluzionari quelli veri, ci vuole qualcosa cli molto più sciemi(ico della verità, qiwfcosa che possa essere preroga1iva dei pii, imell1gu11i ed astuli e che 11011possa essere piename,ue compreso dalle masse, fJCrchi! allrimenli 1'inca1110 Si ro111vc e non si realizza pitì il holscevismo. Ma ve,1ù11110 a quello che si può considernre il final.: della prefazione di Alicata. • Non si ritenga d'alt10 canto che io identifichi quc<,t.:i parte dell'intcllcllualità rivoluzionaria, cui Sartre appariienc, con tulla la cosiddct1,1 "cullura di sinistra" di cui pullula il mondo capitalista e un.i delle cui carallcristiche è Quclb di considerare sì il marxismo come una ddlc componenti della cultura contempor:inca, ma non come il suo pun10 di riferimento indispensabile, e di considerare spesso !a rivo– luzione d'Ot1obre e il movimento cornunist:l coroe il forcipe insostituibile per aiutarl.! il parto della nuova societ\ mn al contrario come • incidenti storici,. che finircl>– bcro addirilturn col costituire un 0stacolo al dispicg:::1rsi di chissà quali demoniache r11lingcncs1 lil>ertaril.!. Anche con ques1a • cultura di sinis1ra », evidcntl·mcnte, c'è un problema di conlronto e di diba11i10, ma è un problema del tulio dilfcrcntc da quello chi.! io considao invece un problema "interno" del movimento rivoluzionario, del quale l'esperienza sartrinna costituisce, n mio ll\'\'ÌSO, un mom<:nto particolar– mcnle significai ho». E' divertente ed evidente lo sfor::,o di at1tocontrollo di Alicata per nou gettarsi nrll'invettù•a sguaia1a coutro la "cosiddetla cultura di sinistra" e noi siamo molto comprensivi verso quest'uomo i11 b1101iafede addolora/<., ver il /allo che vi siano i111e/let1twli che pe11sa•10a p<ilingenesi libertarie della socieuì, mentre s<irebbe così bella l'irreggi111e111azio11e (11a11u,llme111e sotto bandiera co1111111ista). Purtroppo. per Alicala, vi sono i11te!lettuali 11011 aderemi al partilo com1mista della lempra di Sar1re, intelle1t11ali comro i quali si sono sempre spumale le armi della cli/famazione comunista e allora bisogna ,.coprire cl1c, dopotutto, questi s0110 pure esi;i dei rivol11zionari e his<>g11a sopportare le foro <lizate di lesta (111agMi, come nel nostro caso, w1 po' cli ceus11ra 11011gur,sta) per voi 11asco11dersi,~ietro tli loro quando l'opp0r11mi1à Io im1>0ne. C'è poi da ammirare 11ello scritto di Alicata la ra/fì11ateua del sellarismo clte gli fa scn,·ere con !egg1>ra11011c11ra11za e, quindi, con maggiore e/Tetto propagandisti– co, che gfi 1111icirivo1111,io11ari sono marxisti e che con gli altri si dovrà disc111ere no,1 da nvof11zimiario a rivol11zio11ario,111a tla rivoluzionario a piccolo-borghese. Noi di/etti<m10 della sollig/iezza di Alicata e diciamo chforamente che il dialogd fra noi e i comunisti 111ar:cis1i Io consideriamo 1111 tlia/ogo fra rù·ofu:.ionari e con– sen•a1ori e per conservatori intendiamo i c11/1ori della gerarchia, dell'osc11ra11lismo e tlell'obie11ività truccata. Aggiw1gia1110 che, al contrario di ciò che scrive Alicaw, noi co11sidcria1110la rivoluzione d'Of/obre come 1m 11111110 di riferimento fondamentale, solo elle per 11oi esso è il fJUIIIO di riferi111euto che ci indica in ma,;iem inequivocabile la maniera di sviluppo di 1111a rù•oluzio11c che si dovr<l sempre evitare nelle esperien:.e /ulllre. L. FERRARESI 38

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