Volontà - anno XVIII - n.1 - gennaio 1965

/..a P<nte che 11011 è stata pubblicata parla detragliatamcnte della rivolta imghere– se, delle colpe dell'Armata rossa e del co111porta111en10vergognoso e a/ tempo stesso poco intelligente del partito comunista francese (i11dire1tamente si colpisce quindi an– che il partito co1111misraitaliano) che 11011 Ila avuto il coraggio e l'onestà di affrontare la verità sui fatti d'Ungheria. A titolo di curiosità, riporterò alcuni bra11i del Sartre ... dimemicato. « Quando i di,·igcnti sovietici mentono al loro popolo, non posso scusarli ma p0sso c.tpirli: sono nel vivo della battaglia_ invischiati nelle lotte intestine, pa~aliz– nti dall'ideobgia, presi nella tra::ipola cli una pacificnione, che richiede sempre nuo– ve violenze: anche se, improvvisamente, i cle•;talinizzatori a,,esscro la meglio, biso– gnerebbe mdtcre in prigione i responsabili o persistere nelle menzogne 1:er evilarc i! dissoh·ersi dello apparato. Ma quando André Stil, pubblica tranquillamente l S!.loi imbonimenti sulle stesse colonne in cui altn hanno scritto di Rajk, dei campi, dei criminali in camicic1 bi<rnca. quando egli ritrova, dopo tante smentite e ingiurie, dopo la riabilitazione d1 1a111iinnocenti che c0priva di sputi, lo stesso tono di se– r~na infallibilità e Ji ottimismo bcneuiccnte, il lettore è costretto a dire: "Non è nel vive, della bauaglia, lui; non sono nel VÌ\'o della battaglia i dirigenti francesi». Conosco e appro,·o la stretta amicizia che li u11isce ai russi: ma in ultima élnalisi •:ssi sono resoonsabili ~ol:anto di fronte alle masse operaie del loro paese. E sono di tanto più giwaificabili, in qwmto niente li ostacola e tutto li .!>pinge a dire la verità. Non chiediamo lol'o ceri'.) una violenta condanna dell'in:er\'ento sovietico. No, m.i soltanto di illuminare l'opinione d.:i loro militanti e dei loro elettori, di spiegare, di prendere respiro, di non macchi.usi subito di un sangue che non h:mno nemmeno versato; che fretta avevano di rendersi complici di un delitto commesso co<:ì lontano, quando con una pr.n"la se ne pote\'ano confe!'.>Sare innccen1i? Era neces– sario trascinare nel discredito i militati che ave,ano fiducia in loro? ... » "' Che cosa sono gli intellettuali comunisti se non .:tltret1anti piccoli-borghesi che han– no messo la penna al scn·izio della class':! O!lcrain e che sono di\'cntali comu11isti s~nza smettere di vivere eia niccoli-borghesi? Ma no: li conosciélmo male. Hanno quello che a noi manca: il riflesso di classe. Evidentemente si tra1ta di 1111 riflesso condizior..ito, pokhè è molto r.tro che .!>ianousciti dal p1·olctaria1O e poichè si fa in modo che lo vedano il meno possibile». « li procedimento non cambia: qualunqu~ sb la ,·erità, si trova sempre qualcosa dì molto più importante che biscgna antc:,orle: i! mor;ilc dei soldati e rlella Nazione, l'unità di un p;irtito, l'onore della famiglia, in una parola il « Sacro». 11 do,ere del p~lriota, del cittadino, del militante è di diffondere le pie menzogne: tenerle sulla lin• gu<" come un'ostia e poi rifilarle ipocrirnmente al ,•icino. Cosa ci si guadagna? Di t.in! o in tanto la fogna scoppia, è il rapporto Kruscev per esempio, e quei pii chiac– chieroni prendono tutt<_; lo sterco in faccia in una sola volta». A q11esto ptllll(I Aficata, vofc11do essere obiettivo. ,,otrebbe ancora obiet1are elle il saggio tli Sartre è s1a10 "alleggerito" per 11101ivisq11isÌlafl/e111etec11ici e 11011 per opportw1i1à polirfr:a? E cosa potrebbe aggiungere s11'w11tili1àdì conoscere sè stessi? Molto probabil111e111e aggiungerebbe:"' fìno a 1111 calo punto ...-... 37

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