Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

quale il borghese, grossolanamente fattivo, l'ha sempre considerato: un traditore in seno alla comunità. O, quan10 meno, un essere inulile che bisognava sot– toporre - se necessario con la galera - all'imposizione dell'orologio marca.. tempo. E la cosa più curio.::;a è che è proprio vero: il poeta è ,·cramente un traditore nella comunità. 11 suo Posto non è prcvi~to, entra non ~i sa dove, e improvvisa– mente ve lo vedete accanto, in piedi sulla pubblica pia11..a declamando parole melodiose e in-itanti. Ma, francamente, che razZa di tradito;i magnifici, i Baude– laire, i Rimbaud. i Puskin ! Gli ahri transfughi, quelli vc~titi di color muraglia, ,alicano lo spazio per informare l'esercito nemico; egli invece passeggia tran– quillamente nel tempo. 11 poeta è un passeggiero clandestino in avanzo di pa– recchi decenni sulla marcia della nave. Egli riceve dei segni eh non sono ancora tracciati per nessuno; ,•ede oggi quello che gli altri vedranno domani; dice la \'erità futura che fin d'ora lo a\'volge, lo illumina e lo infiamma. E naturalmente questo non fo alcun piacere al ci11adino d'oggi, per il quale la Storia s'è fermata come un orologio in panne: non fa alcun piacere allo Zar, non fa piacere a Napoleone lii, non fa piacere all'Ordine Morale del Signof Thiers, e non fa piacere al piccolo funzionario di quartiere, nostalgico di stalinismo, che non arriverà mai a comprendere che il marxismo, come tulle le cose, è ricco di con– traddizioni. Allora si grida al poeta infame, all'essere asociale, all'uomo dai cat– ti, i costumi. E lo si accusa di «profittare•, lui che non ha nemmeno tasche! E' per comprendere tutto e per non pi-endere niente, che il poc1a è venuto al mondo» disse Essenin. 11 \'Osti-o sbarazzino geniale Essenin. Non si può chiedere all'uomo di essere tanto intelligente quanto il cap0do– glio o il razzo. 11 mastodonte dei mari non considera parassita il minuscolo pe~ce-pilo1a che albe1ga e nu1rc nella sua ,·,1sta bocca; il razzo non considera parassita l'alella della testata che lo guida nello spazio. L'uomo invt.-ce, sì! Fatelo precedere da qualcuno che tiene in alto una fiaccola e griderà indignato: chi è quest'essere inutile che illumina il mio cammino? Via, via, indietro! e al la,oro come tulli gil altri! Tale fu la rcazio~e. oh! perfettamente reazionaria, del tribunale moscovita, allorchl! gli fu conclollo dinanzi, dcbi1amen1e denun– ciato, ci dicono, dai virtuosi ci11adini del suo quartiere, Brodski-il-fannullone, Brodski-il-parassita, che può darsi benissimo non sia nè Maiakovski e nemmeno E, tuchenko, ma senza il quale nè i MaiakO\'Ski nè gli Evtuchenko potrebbero nascere. Giacchè, è bene ricordar\'elo, il genio nasce sul terriccio della medio– crità, e ci vogliono almeno cento houlingans elisabettiani perchè sorga un solo Shakespeare. In un mondo socialista, vale a dire amante dell'avvenire (avreste ,oi per ca~o, una migliore definizione, compagni?), ogni forLuna di poema deve essere preservata, anche quella che si presenla « irsula, con una testa simile ad una lampada a petrolio sulle spalle•· Lasciate dunque al poeta il suo sole e il ~uo fiore in bocca, lasciate che faccia un lungo sonno con le mani dietro la nuca sulle scarpate erbose, quando suona la sirena dell'officina. Altrimenti, per citare ancora Essenin, remerete verso l'avvenire con le mani tagliate. Ma infine, dal momenlo che il tribunale anli-pigrii:ia esiste, sarebbe un vero 539

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