Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

-,tata migliore di quanto Aurore Dupin fu per il suo sventurato amante. Ma come nel caso di Alfredo de Musset, una rottun.1 tardiva avYcnuta due anni avanti la morte di Chopin, gettò un'om– bra su questa pa~sione: la pil, pura e la più ~rande della sua vita. Chopin l'accusò di avergli affrcWllo la fine ab. b:-ìndonandolo nell'ultimo periodo della sua terribile malattia. Nella sua Hi– stoire de ma vie, George Sancl si è giu– stificala con calma, tristemente, sem– plicemente, raccontandoci il suo dolo_ roso calvario, mostrandoci Chopin tri– ste e disper;1to, nell'atmosfera della sua malattia irritabile e incurabile. Le pagine consacrate a Chopin sono tanto profondamente grad e tristi, quanto le opere che questo grande musicista le i~pirò: Lucretia Floriani e Consuelo. "'Cli amori di Ceo1·ge Sand e di Cho– pin durarono undici anni. l primi cin– que furono il periodo di creazione più intensa di Ceorge Sand che produceva tanto infaticabilmente quanto amava. Gli ullimi furnno assorbiti completa– mcnle per le. cure del malato: appena poteva fare qualcosa d'altro. Chopin era esigente: febbrile, irritabile, cagio. ncvolmcnte appassionato! Fu così che entrambi vissero il dramma che Ccorge Sand ci ha descri uo nel Lucretia Flo– riani ... « Mentre stavo leggendo qualche pas– saggio de L'histoire de ma vie di Geor– ge Sand che si riferiva a Chopin, non so pc1·chè non cessava di assillarmi jl ricordo del soffio glaciale che Tsadora Duncan - per come racconta - sem– pre sentiva passare sulla sua fronte, tutte le volte che danzava la Marcia Funebre di Chopin. Racconta questo in Ma vie, in questo libro del quale ho già ampliamentc parlato e in cui vi ~orto pagine che danno i brividi, im. prcgnate come sono della più segreta e della più singolare intensità tragica, e marcate dall'impronta d'un fatalismo straordinario: le pagine in cui rievoca come vide, in sogno, la morte dei pro– pri figli. « Ouebto grande ammalio, dal viso • convulso e dal destino tormentato, tro– vò in Isadora Duncan il genio che sep– pe dar corpo alla Mone, la cui glaciale ombra libra su tutta la sua opera. « L'anima di Tsadora, profondamente intuitiva, assimilò istintivamente il pensiero di Chopin, cosa della quale non era ~tata capace Ceorge Sand. Isa. dora Duncan percepì e fece sentire la potenza allucinante - il patetico gran– dioso, terribile, confinante col mondo dei deliri della follia - creata dalla tisi, e la rivolta rabbiosa di Chopin contro la morte, di cui, durante sei angosciosi anni, Gcorgc Sand aveva sof ferto e sentito la presenza. « E davanti alla mia fanlasia e al mio istinto, ecco che ora passano que. st'uomo e questo dramma, vissuto dal– l'una e proiettato, ormai spogliato di tutta la sua realtà meschina, sull'aL tra; è ciò che unisce profondamente e confusamente queste due grandi aman– ti, queste due donne che vissero d'a– more, soffrirono per esso, lo inseguiro– no tutta la vita e probabilmente non lo conobbero mai: semplice, grandio– so, naturale, fusione e sintesi». (lrat/11::.ione J.M.) E. ARMAN'D

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