Volontà - anno XVII - n.8-9 - agosto-settembre 1964

(continua dai numeri precedenti) Libere opioioni Mondialismo comunitario pRlMA di continuare l'indagine sul l'importanza dell'unificazione, v dell'egualitarismo, come fattore di rie. chezza, è il caso di domandarci perchè Il [avoro, che è fondamentale sorgen– te di prosperit~. sia a tutt'oggi cosi disastrosamente amministrato. Non c'entrerebbe ancora, oer ca,o. b tradizione o, per meglio dire, il rap-– porto di atavismo? Certamente sì, pcrchè sin dall'antj~ chità il lavoro fu soggeuo a 'itranc distinzioni di carallere morale. m:I senso che perfino i più alti interprc-ti ddl'ctka, non escluso Aristotele, rite– nc,·ano degno di un cittadino libero soltanto il lavoro •nobile,. (la poli– tica, le arti, le scienze). mentre la produzione degli oggelli necessari ai bi,ogni della vita pratica, sia pure d'or– dine elevato, era considerata lavoro ~cn·ile o mercenario, affidato per lo più a schiavi. Ora, se è verO che nella concezion~ moderna tale distinzione non c'è più, è anche ,·ero che si traila di evoluzir>– ne semplicemente teorica, giacchè in pra1ica, dove più dove meno, la di– !-itinzione esistC' ancora, e del resto an– che come rinesso del principio che il pensiero precede l'azione (talvolta an– che di millenni), la qual cosa è comu. nl'men1e piì.1 nota attraverso il pro– \erbio che • Dal dire al fare c'è <li mezzo il mare•- Abbiamo detto « distinzioni di ca– ratiere morale,,: la solita morale ca– pit;ilistica o schiavistica che, costruen– do l'etica secondo il suo tornaconto sicchè il forte possa anche scaricare sugli umili i suoi oneri o doveri, in dcfiniliva trova lecito il così detto rapporto di scaricabarili o rapporto di scansafatiche (far fare agli altri quel– lo che dovremmo fare anche noi), ciò che è una delle cause primt= del pa– ras~jtismo sociale. Incontriamo qui il rap1){)rto di oscu– rantismo « opposizione decisa e siste– matica ad ogni fo,·ma e.li progresso e al diffondersi dell'istruzione», in con– seguenza di che, mentre la plebe è anche destinata a lavorare la terra od a morire in miniera (I) il patrizia lo o non ra niente, oppure si dedica alle atiività «nobili•, tra cui s'intende compresa la burocrazia, a proposito della quole è stato anche detto: « L'in– clusi ria oggi maggiormente in espan– sione è la burocrazia •- Leggiamo in un settimanale italia– no qualche cosa in merito: « Cento– cinq,mnta segretari per un ministro•· (I) Reccnremente la sumpa h:i esal1ato il ri– \olu,ionario geslo di due r:iga1:ic S\"edesi, stu• dcnte,~e di ingegneria mìner.iria. le quali, in deroga ad unn cotwenzione internazionale che \ieta alle donne il la\'oro nelle miniere. hanno imecc c:hies10 l'auwri.iwzione ::id esseni :un. messe. Ouc~1a segnalazione t'el\a stampa per un tatto c:hc in una \"era CÌ\•illà non potrebbe me• ra\ igli.ire - ricorda l'analoga pubblicità su certi int.:nenti di pronto soccorso per ,-ia aerea o con :iltro sfoggio di grandi meui, come qu:ilche ,olta ~i \ede in 1clevisionc; pubblicilà, o récl:l– me, che nel magnificare rari casi di umanità, in piccoli infortuni privati, pre1cnderebbe di na– scondere la rcaoln, la quale pur1roppo continu:i ad c~~rc ciò che si chi:ima ... cannibalismo. 489

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