Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

sempre stato fatto da coloro che, invece di lavorare, fanno lavorare gli altri. Che nei tempi di guerra, quando quasi tutti sono costretti ad abbandonare il lo– ro lavoro per lavorare per la guerra o per fare i soldati, la produzione continua ad essere sufficiente per il normale bisogno. Che, dunque, quattro ore di lavoro al giorno devono bastare per tutti: anche perchè, così facendo, si eliminerebbe la disoccupazione, (perchè anche i disoccu– pati per forza maggiore e quelli di pro– fessione sarebbero costretti a lavorare), e gli uomini potrebero usufruire di molte ore di « ozio», da dedicare ad altre atti– vità. più consone alla personalità umana, e, perciò, riposanti. Che, in conclusione, non l'« ozio,. è pa– dre dei vizi (corne hanno detto quelli che vivono sul lavoro altmi), ma proprio il lavoro, che abbrutisce e snerva, quando è praticato oltre il necessario, e al di là del desiderio. L'« Elogio dell'ozio» di Bertrand Rus. scii è, in fondo, l'elogio del lavoro, nella considerazione che il tempo libero è più importante di quello ad esso dedicato, e che il tempo libero può diventare, oltre che riposo, attività creatrice, cioè, arte, poesia, gioco, nel senso dato a questa pa– rola da Johan Huizinga. E che « siamo stati idioti » a sperare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell'invenzione delle macchine: an. che perchè JlOn tutti lavorano, e proprio quelli che non lavorano costringono gli al. t1·i, che potrebbero fare almeno metà del loro lavoro, a morire di fame. Bertrand Russe!, uomo libero, va nota– lo, non è un libertario, ed è legato, per– ciò, ancora, ad idee ed a concezioni che non sempre possiamo accettare dal nostro punto di vista: ma è già, in questo mondo di .schiavi e di invertebrati, un uomo li– bero che non ha paura di far conoscere 382 le proprie idee e di far sentire le sue pa. rolc, cd è, già, mollo. E', già, un esem– pio da imitare. Contro il fascismo e contro il comuni– smo, in qualunque forma essi debbano presentarsi mascherati. Contro tutte le menzogne convenzio– nali. Contro tutti gli "'slogans » degli appro. fittatori. Contro tutto ciò che è valutamente fai. so e traditore. Contro tutte le tradizioni create da po– che rnste, che Si credono privilegiate per diritto divino, a danno della massa degli uomini, costretti a lavorare come bruti in pace e a farsi assassinare in guerra, sen– za saperne il perchè. Jn favore di una vita umanamente inte. sa ed umanamente praticata. In favore di una libertà e di una pace che, finalmente, i popoli cominciano a ca. pire che sono ad esse dovute: e, da ciò, il sempre maggior decadere dei 7artiti politici, soprattuto da quando si è visto con quanta facilità l'altro ieri i socialisti abbiano relegato in soffitta Marx, e ieri Krusciov vi abbia relegato Stalin, (fauto. re, qualunque giudizio si possa dare della sua persona, dell'attuale potenza russa), e come, proprio oggi, i repubblicani, (una parte, almeno), dimenticando di essere « storici ", vi stiano relegando Mazzini, faulore d'una repubblica che soltanto do. vrebbe portare all'anarchismo ma mai ad un centro.sinistra. In favore, insomma, di una dignità dell'uomo, che può esistere, soltanto, nel– la libertà del proprio pensiero e delle proprie azioni (I). (1) Di R. BETTICA vedi: B. Russcl parla di Maz• zh1l (In « Pensiero mazziniano•· 1962, IO) e Rus!lt'I, il rllosofo seduto In terra («Il Ponte•, 1963, 7).

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