Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

quello che in coscienza sentite che è giusto, non quello che vuole la madre supe– riora ». Se queste ps1rolc ros~ero seguite, tutta una letteratura anticonventualc che va da Voltaire n Pascal fino alla Monaca di Oidcrot, avrebbe follo il suo tempo. Ma le sorprese non ~ono finite: il giorno successivo, a Boston, nel corso di una conferenza stampa Sven.::ns avrebbe detto che la Chiesa, riguardo il problema del controllo delle nascite, non avrebbe cambiato la propria posizio– ne ideologica, ma che potrebbe accettare nuove modificazioni secondo le nuove esigenze. P..irlava in sostanza di 1111 nuo,·o farmaco, ancora in via di esperimeo– tazionc, che pcrme11crcbbe cli saper con tre o quallro giomi d'anticipo il giorno adatto alla procreazione. Tale farmaco, in caso di effettiva validità, potrebbe esse1·e permesso, con limitazioni s'intende, anche dalla Chiesa. Naturalmente queste «riforme» per quanto siano « minimissime » hanno acceso di stupore e di scetticismo gli ambienti vaticani ma tant'è, ogni riforma deve lottare per nffermarsi e l'isolato Svenens troverà certo dei seguaci che lo sosterranno fino in fondo. Sono i primi passi: un giorno la Chiesa si accorgerà che anche i suoi fedeli sono degli uomini e non dei burattini col paraocchi, e gli Svenens saranno tal– mente tanti che essa stessa dovrà parlare come un uomo deve parlare agli uomini: con umanità e comprensione. Allora, forse, riusciremo a guardare negli occhi un prete, senz.:1 disprezzo. La legge e la giustizia In questo momento in cui si indicono pubblici dibattiti, conferenze e di– scussioni sul concetto di Legge e Giustizia, due fatti significativi sono venuti a suffragare alcune nostre posizioni che sembravano superate. fl primo fatto riguarda l'arresto di alcuni cittadini ignari e innocenti che 90 carabinieri di Bergamo cfle11uarono il 30 gennaio, nel quadro delle ricerche pe1· il furto di via Montenapoleone. Rilasciati pcrchè estranei al ratto, 27 di essi sporsero denuncia per le servizie e i maltrattamenti subili nel corso degli in– terrogatori. L'altro fatto, più tragico, è avvenuto nel carcere di S. Maria dove un de– tenuto, Vincenzo Razzano, è morto per un collasso cardiaco. Il Razzano, che era sanissimo, era stato legato al « letto di con lezione», un terribile strumento di tortura, abolito dalle carceri di tutto il mondo; consistente in una camicia cli forza fissata al letto con cinghie. Vi si trovava da cinque giorni, e da 120 ore rifiutava, per protesta, ogni cibo. Per punizione, il direttore lo lasciò sempre legato e il prete gli negò l'assoluzione. Quando gli altri detenuti vennero a co– noscenza del fatto, si sollevarono, urlarono, incendiarono giornali e pagliericci e ru la reazione più logica, più umana che Ci si poteva attendere eia loro. Ora è in co1·so un'inchiesta e, come tulle le inchieste, finirà in nulla perchè la colpa è sì, del direttore del carcere che ha usato un simile mezzo barbaro, ma so– prattutto di quell'articolo 158 del Regolamento carcerario che pennette que– st'uso. 360

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