Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

avcv:.1dovuto 1,~111,igcrc, a cau.!.a della ~ua dcbolcna, con le bande di bri– ganti•. L'8 giugno, il JHc-,iclcntc Minghclti csclamma: «Quando ,i a11acca il pro– getto di legge, -,i dimenticano gli as– ~s.!.inii comme,si sulle pubbliche piaz– ze di Sicilia, in pre..cn.w della popola- 1ionc, prc-,M> la quale è impo.!.~ibile di tro\·arc un wlo individuo di.!,posto a \'Olcr tc.,timoniarc contro gli MSaS.!.ini•. Il giorno ",UCcc,-,ho poi il Ministro dell'Interno Cantelli rincara: «OQ\'Cle riflettere, -,igno1i, che a\'ctc in Sicilia la sc,ta p:.,rlc <h:ll'c..,crcito. Ora, se dei timori cli guerra ci obblig~..,scro a ri– chi,11narc quc-,tc I ruppe, quale sarebbe immecti,1tamc11te lo .! ti.HO dell'isola?». Poco bello cli cerio ~e il cleputalO ccn– lri~ta Pisandli poteva dire nella seduta del JO giugno: «Delle bande di malfat– tori percorrono le provincie siciliane commettendo ogni .!,pocie cli eccessi. Non è dimo-,trato che i beni elci citta– dini non wno piu -,icuri in Sicilia e che, da Mc-,,ina ::1 Noto e a Trapani, gli abirnnti di una località non posso– no rccar,i in un'al1ra senza e.!,J>Qrsial riM"hio di cv)cr..: a ... sali1i e rapi1i?•. Se 1ut1i i deputati rurono d'accordo 11el ricono~ccrc l'csi.!,len,a della malal– tia crimin;.1lc, ,ia c..,,a brigan1aggio o mafia, t..,.,i -,j dh·i-.cro quando si trallò di prc-.c,h·crc 1,, cura, 1)0ichè alcuni -,fima,,1110 dw ];1 medicina p10posta, cioc la rcp1 l•,-,ionc poli,iesca e l'arbi– trio ammini-,1ra1h·o, non avrebbe fatto altro chi.: aggravare il male, le cui ra– dici alfond:wuno nella squilibr.:ita so– ciclà ,iciliana. La di~cusbione alla Cnmera presentò comunque il non indiffcrcn1c vantaggio 356 di obbligare il Mini~tro dell'Interno a dare conoscenza ai deputati dei rap– porti sulla mafia ìnviati l'anno prima al Ministero dai prefolti biciliani e più particolarmente quelli delle quattro province più mafiose. JI ghiaccio fu rollo (fino ad allora si era parlato di brigantaggio, di malan– drinaggio e magari di manutengoli) nel– la seduta dcll'II giugno dal deputato della Sinistra Sajani, C'l:•procuratorc generale a Palermo, il quale J>arlo con chiarezza: « l mafiosi esislono, sono degli indi– vidui che vogliono vivere cd arricchir– ~i con il delitto. Le associazioni tcnL-.. brose hanno una giustizia propria, Che non è la giustizia sociale. l loro ver– detti sono inesorabili e pronti. Un te– stimonio condannato dalla mafia è uc. ciso nelle ventiquattr'ore. A Palermo la m~fia è invisibile. La mafia si man– tiene cd agisce grazie al !errore. A cau– sa di questo terrore, un giudice non osa più condannare un colpevole te– mendo di essere pugnalato, un testimo– nio deparrc contro un criminale per paura di rice\•erc un colpo di stiletto, un proprietario rifiutare la sua borsa Q parte dei suoi beni, per non essere ucciso o completamente rovinato•· E' utile cd interes.!,ante, malgrado una certa nebulosità, riprodurre alcuni passaggi dei rapporti J>rcfottiLi di cui sopra. Da quello del J>rdcllo della provin– cia di Palermo redatto in dala 31 luglio 1874: « La. mana, comunemente chiamata malandrinaggib di città, potrebbe de– fini1·si un'opera h:llentc e perniciosa con l'aiuto della quale, in un paese

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