Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

cevano e difendevano nella Spagna la dottrina del sindacalismo rivoluzionario di cui la Carta cli Amiens costituiva una sintesi, quando si sa che, nella stessa Spagna, l'anarchismo av1,;.vadalo non solo le idee di questo sindacalismo (il cui vero pad1·c fu 8;:ik11nin), ma anche altre idee <.:Omplcmcntori che i redatto– ri della cennata Carta respin!,,cro, per dare al lorn sindacalismo un carattere originale. E' inutile dilungarsi sulla fine dell'organizzazione creata dagli anarco-sin• daca\isti tedeschi. Il trionfo di Hitle1· ne spiega la causa, anche se è possibile dire che l'organizzazione non avrebbe mai raggiunto una reale consistenza numerica. Per quanto riguarda l'America, restano la F.O.R.J\.. e la F.O.R.U., che segui– rono il loro destino. E' assodato che le repressioni hanno avuto un ruolo im– portantissimo sulla loro scomparsa. Ma, nei mi("'.idodici anni di residenza 1n Argentina, sono pervenuto alla conclusione che le cause piu consistenti della diminuzione dei loro aderenti e della quasi h.Comparsa dei loro quadri di mi– litanti sono dovute a ragioni soggettive. Non ho interesse a risuscitare pole– miche d'altri tempi, in cui Malatesta, Luigi Fabbri, Rocker ed altri rimprove• ravano all'« anarchismo creolo» ed al « forismo ►► di difendere un sindacalismo di affinità anarchica che non poteva durare molto tempo; ma - in questa bre– ve analisi - debbo ribadire che il dollrinarismo serrato, il settarismo impla– cabile, la incomprensione dell'evoluzione della società la quale, ad esempio consentiva di denunziare come imperdonabile tradimento la costituzione di :sindacati di industrie nel mantenere le forme di corporativismo tradizionale, condannavano all'impotenza un'organizzazione sindacale che poteva pure cor– rispondere alla struttu.-a del capitalismo e della borghesia del principio del secolo, ma che non corrispondeva allo sviluppo del capitalismo e delle im– prese economiche stat~li dopo la prima guerra mondiale. A tulle le suddette ragioni, bisogna aggiungere il problema dei nostri me– todi E' assodato che avemmo ragione di preconizzare l'azione diretta ed il metodo rivoluzionario per la trasformazione della società. Però, chi aderiva al nostro movimento sindacale, così come al movimento sindacale rivoluzionario non anarchico (se non antianarchico), si trovava - con detta adesione, datrt per difendere i propri interessi immediati - impelagato in una serie di con– seguenze teoriche e tattiche che non aveva previsto. Bakunin, in diversi scritti - tra i quali il magnifìco saggio La Politica dell'Internazionale - le cui idee furono testualmente ripetute dai sindacalisti francesi (tra cuì, Pougct e Sorci) e dai sindacalisti italiani (Leone, Labriola, Panunzio ed ahri), dimostrò come l'adesione per conquistare più alti salari e migliori condizioni di lavoro, spin– geva a !ollare contro il padrone, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, contro la Chiesa che benediceva e proteggeva sia il padrone che lo sfrutta– mento. In teoria ed anche, in minima parte, in pratica, così è stato. Ma, di fatto, molte volte i risultati contingenti sono andati scemando. Pcrchè? « Perchè? » si domandano molti compagni. Semplicemente pcrchè è umano che sia così. Perchè se l'uomo medio deve scegliere tra un metodo, 346

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