Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

in Italia era innanzitutto una protesta, un grido di rivolta, un atteggiamento iroso contro l'autorità e contro il capitalismo. L'ideale costruttivo era estraneo all'immensa maggioranza cd esso non ;:,oteva attrarre i lavoratori ilaliani i quali, come quelli di tulli i paesi, non venivano soddisfatti con degli articoli e con degli infiammati discorsi. Così, i riformisti poterono rare quello che vollero della classe operaia. Benchè vi fos– sero tentativi isolati di individualità e di gruppi locali, essi non potevano riparare alle insufficienze generali del nostro movimento. Lo sforzo di Mala– testa, di Borghi, di Fabbri e di altri nel creare l'Unione Sindacale Italiana avrebbe forse potuto dare risultati duraturi se una parte di anarchici italiani non fosse stata ostile ad essa e soprattutto se non avesse trionfato il fascismo. In Francia, le ragioni sono in parte simili ed in parte diverse da quelle italiane. La Comune di Parigi, nella quale furono massacrati moltissimi rivo– h,1zionari - 30.000 rucilati, senza contare i morti in combattimento - e che, a mio avviso e benchè io sia figlio di « communard », ru un errore che conver– rebbe analizzare per tr=:irre il dovuto insegnamento, la Comune, dico, provocò l'eliminazione di numerosi proudhonniani e di mcmbrì della Prima Interna– zionale, bakuninisti come Varlin. Così il movimento anarchico nacque nel 1880 sotto l'influenza di Kropotkin. L'in0uenza di Bakunin, morto nel 1876, era più o meno affievolita. La Fede– zionc giurassiana era finita. E bcnchè in parte Kropotkin si sia ispirato, nella Svizzera, a Bakunin ed ai superstiti della federazione Romanda, non seguì e parve che non seppe comprendere, per lungo tempo, gli insegnamenti bakum– niani relativamente al movimento operaio. Da intellettuale puro (Bakunin invece era anche un uomo d'azione di gran– de vigore) ripetè gh errori dei nostri compagni italiani della Prima Jntcrnazio– n~le. Non seppe comprendere a tempo la necessità di agire, senza ritardo, in seno alle organizzazioni sindacali. Si deve sottolineare che, durante l'impero di Napoleone Il I e negli anni successivi, gli internazionalisti (urono perseguitati con accanimento dai tribunali, così come nella Spagna. L'attività sindacale non era facile, ma era possibile. Il male fu che gli anarchici perseverarono in que– sta specie di azione individuale e ribelle che fu, in parte, impostata dalla situa– zione del momento. Successivamente, Kropotkin, ne La Révolte e Le Révolté, sottolineò l'importanza dell'attività sindacale degli anarchici spagnoli, ma non insistette abbastanza sulla necessità di realizzarla in Francia, anche perchè i suoi studi scientifici gli impedirono di dedicarsi interamente a qucsro lavoro; infine la siluazione non era quella dei tempi di Bakunin e gli anarchici fran– cesi attribuirono maggiore importanza agli attentati. cd agli atti terroristici i quali produssero, anche tra i lavoratori, una deprcchevole contropropagand<t. L'anarchismo francese, nella sua espressione generale ed intellettuale, fu ostile all'azione sindacale sino agli inizi del secolo attuale. José Prat mi ricor– dava, verso ... il 1919, che in quel periodo, El Productor cli Barcellona polemizza– va con Lcs Tcm1>s Nouveaux, e particolarmente con Jean Grave, sull'azione anarchica in seno ai sindacati. Perciò era curioso vedere come, negli anni 1906- 1909, lo stesso compagno Prat, e particolarmente Anselmo Lorenzo, introdu- 345

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