Volontà - anno XVII - n.6 - giugno 1964

che richiede ingenti sforzi e sacrifici che lo espongano a persecuzioni e con– danne, cd altri metodi, come sono quelli riformi~ti, per i quali non deve rischia. re e per i quali la lolla non presuppone nè sforzi e nè sacrifici, è spiegabili..• e normale che l'uomo medio preferisca quc~ti ultimi mctoch. Per natura, l'uomo, così come tutto ciò che vive, tende a sfuggire al dolore. L'azione diretta e la lotta ri,•oluzionaria comportano un eroismo che non è proprio dell'uomo medio. Così, quando i « leadcrs » sindacali hanno detto ai lavorntori: « otterrete quanto chiedete senza correre il pericolo del boicottag– gio padronale, della farne per voi e per la vostra famiglia, del carcere, etc.», la grande massa ha sceho la via del riformismo ... e del parlamentarismo. A chi mi obiettasse che i miglioramenti ottenuti non sono stati raggiunti in que~to modo, risponderò che se abbiamo il coraggio di rinunziare al nostro tradizionale modo di pensare, constateremo come in Europa, particolarmente nelle nazioni dove le tattiche delrazione direlta e 13 lotta rivoluzionaria (che, per noi, si confonde con la prima) sono staLe praticate di meno, si siano ottenuti miglioramenti su pili vasta scala. Da tempo, Garda Pradas ha sotto– lineato questo fatto e non gli mancavano le ragioni. L'Inghilterra, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca e la stessa Germania ai tempi degli Hohenzollern costi– tuiscono delle prove esaurienti. Forse perchè lo sviluppo. economico consentiva maggiormente quelle concessioni, mentre il ritardo dell'agricoltura e dell'indu– stria, nonchè la bilancia degli scambi internazionali, frenavano le concessioni del padronato. Anche perchè la tradizione era meno liberale nella Spagna che nell'Inghilterra ed, infine, perchè la presenza dei socialisti in Parlamento ha favorito alcune riforme, come la diminuzione delle ore lavorative, i mezzi di difesa della salute dei lavoratori, etc. (I). Allualmente ci si trova di fronte a nuovi fattori che sono sfavorevoli alla nos1ra classica concezione della lotta operaia ed anche della rivoluzione. In Francia, statistiche recenti dimostrano che tre famiglie su cinque posseg~ gono un'automobile. ln Inghilterra, esislono al presente sette milioni di vellu– re (ve ne saranno dieci milioni lra dicci anni); otto famiglìe su dicci posseg. gono un apparecchio televisivo, menlrc che il livello di vita aumenla sotto ogni al!ro riguardo. Come dunque è possibiJe pretendere che la classe operaia si senta inclinata verso la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo, contro lo Stato, contro il governo, contro l'esercito e contro la polizia? Come è possibile c'1iedcrc che 1 'uomo medio - giacchè su di esso dobbiamo contare - segua la nostra prnpaganda che non seguiva nemmeno quando la miseria poteva spin– gerlo verso rivolle disperate? Tuttavia, l'anarchismo che, per tutti, è sinonimo di azione rivoluzionaria, si proponeva, e continua a proporsi, - in seno al movimento sindacale - di pervenire con questo atteggiamento a ben definiti risultati. Indipendentemente dagli errori commessi e che non possono più esser correiti, ciò che l'anarchismo (I) Riconoscc1·e questa verità non significa esaltare il fatto, giacchè e risaputo che le pill"Ziali riforme, ottenute con i mezzi parlamentari, hanno, al conlrario, imped.ico di mobilitare le masse operaie per l'espropriazione del c.ipitalismo e l'affermazione del socialismo. 347

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