Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

in esso alle masse si dà tutto • bell'e folto•; una tendenza, liberata da ciò che c-ostituiscc la base fondamentale dell'ideologia dell'uomo il quale sente un sin~e'.·o e spont_anco attaccamento a quanto costituisce la dignità umana; una posmonc sofistica dell'antiidealismo - per come dimostrò Paul Gillc - che disprezza. tutto quanto deriva dalla convinzione che la libertà dell'individuo fi– nisce dove incomincia quella dell'altro. Sono siate rilernte, in tutti i toni, le contraddizioni del marxismo. Non po. c-hj clementi intellettuali che, lottando per liberarsi dallo spirito borghese, en– trarono a for parte delle file del comunismo, alla lìne, dop 0 essersi convinti che un regime dittatoriale - qual è quello comunista - presuppone una ridu– zione delle pili elementari libertà civiche, rnno andati allontanando~i da esse. La defezione da parte di uomini intelligenti e sinceri per ciò c.he riguarda là tendenza politica comunisb è conrermata dal fatto che esiste una ben nota di– sgregazione in quello che si era voluto presentare come un blocco granitico in– distnit1ibile. Le prove di questo smembramento ci sono offerte dalla lotta tra i comunisti di un paese e quelli di un altro, di cui cinesi e russi sono un esempio, e dalla lotta, anche nella stessa Ru::.sia tra coloro che costituiscono la • intelli– genza • di questo paese. Forse che tult~ ciò non comporta uno spostamento en– tro il campo ciel pensiero attuale di :wanguardia che può essere fa,orevole, prcslo o tardi, all'ideologia anarchica? Indipendentemente dalle diverse manifestazioni del proletariato al margine del conccllo classista, sociologicamente parlando, oggi come ieri :,ono stati manifestati da parte di alcuni elementi punti di vista completamenti personali ed indipendenti: clementi ai quali è parso odioso aggiogarsi ad un qualsiasi credo srntale per il fallo dì considerare c-he ogni nozione cli Staio, con qualsiasi etichetta, costituirebbe sempre e comunque un attentato all'autonomia dell'indi– viduo. Come fattore fondamentale della vita sociale è lo Stato, naturalmente, quello che contrassegna col 5Uo marchio l'aspetto di tutto ciò che si riferisce a;i,, vita dei popoli. E' lo Stato quello che delermina tutto quanto rappresenta I~ nostra epoca per l'individuo e per la colle11ivi1à E' con riguardo all'innuenza statale che hanno reagito principalmenle quanti considerano arbitraria la vigen– te organizzazione statale. Sono state espresse a profusione opinioni sull'indole nociva ciel « più freddo dei mostri, che morde con denti prestatigli» (per come Nietzsche definiva lo Stato) e sui suoi subordinati: esercito e polizia. E molti pensatori si espressero contro la sovranità ~tatale, pur essendo distaccali dal– l'ambiente propriamente anarchico. E' avvenuto che, attraverso ragionamenti maturati di rronte alb realtà eh'.! ii circondava, siano pervenuti a conclusioni contrarie alla nozione di Stato, proprio come gli anarchici. E può essersi dato anche il caso che - pur senza dirlo esplicitamente - siano pervenuti alle dette conclusioni a contalto di letture fotte nelle opere Godwin, ProuJhon, Bakunin, Tolstoi, Kropotkin, Landauer, Ncttlau o di altri scrittori anarchici più o meno noti. Ecco alcune definizioni date da intellettuali non anarchici relativamente allo Stato. Un poeta francese, Picrre Rcvcrdy, ha scritto con singolare saggezza: « Lo Stato è una specie di gerente di Lma società anonima. il quale si è preso 263

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