Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

l'incarico di servire mentre che, in realtà, si preoccupa di sfruttare». E' fin troppo conosciuta la definizione del Bastiat: '< Lo St~to è la grande impostura mediante la quale tutti procurano di \'ivere a spese di tutti '"· Uno storico e tilosoro come Benedetto Croce lasciò scritto: « I governanti, alternando le intimidazioni alle lusinghe, cercano persino di oucncrc l'amicizia di questi uomini (quelli delle cosiddette professioni liberali) e di guadagnarli alla loro causa; sicchè i più dHfercnti regimi c;i circondano di «letterati» o, come si dice orn, di «intellettuali», i quali poi, per quanto si dimostrino docili e si prestino ai servizi dello Staio e acl elaborare teorie e poemi utili allo Stato, non possono che essere, com'è facile immaginare, che poeti ed intellettuali dj qualità ben poco rilevanti». Harold J. Laski nella sua opera, Introduzione alla Politica, ha scritto: « Lo Stato è la violenza organiu:ata. Teoricamente, a beneficio di tutli; in pratica, soltanto :1 beneficio di pochi. Il governo delle maggioranze, ad esem– pio, governa, come gli ahri, a beneficio di una minoranza privilegiata la quale è appunto quella che trae vantaggio dalla violenza organizzata, che è costituita dallo Stato. Tutto il resto che lo Stato può significare, è secondario». Desidero terminare queste tintetichc affermazioni, citate soltanto per avvalorare quanto detto più avanti, con una perspicace citazione di Ortcga Gasset, contenuta nel suo libro La rebell6n de las masas: « Questo è il maggior pericolo che oggi mi– naccia la civiltà: la statalizzazione della vita; l'intervento dello Stato, l'assorbi– mento da parte dello Stato di ogni spontaneità sociale, cioè l'annullamento della vera spontaneità la quale in definitiva sostiene, nutrisce e spinge i destini umani». Le anzidette citazioni costituiscono punii di vista essenziali anarchici, anche se gli autori di esse non sono anarchici. Ma, per restare più aderenti all'tlrgo– mento, può dirsi che un nut1·ito stuolo di elementi di riconosciuto valore intcl– lelluale e cli fama mondiale ha trovato l'occasione per discutere con gli ~mar– chici e per intavolare con elementi di formazione aerate un dialogo sereno ed improntato alla comprensione. Lo sfortunato scrittore e filosofo Albert Camus fu presente alle manirestazionj organizzate dagli anarchici spagnoli e francesi. Anche il ben noto poeta, saggista e scrittore, Jean Cassou, direttore del Museo di Arte Moderna di Parigi, ha direso, in articoli ed in pubbliche manifostazioni, le nostre posizioni libertarie. Si sono dimostrati favorevoli a noi, tra gli altri, scrittori e pensatori come Bertrand Russel, Alberto Moravia, Berberi Read. Il compagno inglese George Woodcock segnalò in un breve saggio l'influenza delle idee anarchiche su un consistente numero di intellettuali inglesi. Il noto psico– logo Erich Fromm, nella sua tanto discussa opera « La paura della libertà• scrive che l'anarchismo ha per scopo « il completo sviluppo dell'uomo,. ed ag– giunge che esso« quindi non può essere in connitto con le aspirazioni autentiahe e non patologiche dell'essere umano. Da quanto detto, ritengo che p◊ssa dedursi come io sia schierato con quanti, pu,· senza necessità di fabbricare delle illusioni con la stessa facilità con la quale vengono gonfiati palloncini d'ossigeno, credono serenamente che il futuro dell'anarchismo si prevede solido e pieno di promesse ottimistiche. FON'IAURA 264

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