Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

RISPOSTA A'O UN INVITO l' anarchismo delle "piccole cose ,, I MER1TO ad alcuni appunti mos– si dal compagno Campana (cfr. Volontà n. 2, pag. 121-122), circa esi– gcm~e. ~ostanzialmcntc giuste, che do– vrebbero essere proprie del movimen– to anarchico, mi proverò a chiarire meglio il mio pensiero, premettendo in primo luogo che i caratteri umani, anche se conve,·gono e se concordano su certe idee fondamentali, hanno na– turalmente tonalità o srumature diffe– renti. Non è certo possibile - e, d'al– tronde, non è desiderabile - concepi– re una società libertaria come un bloc– co umano modellato su di un'unica qualità di carattere, di azione o di con– dotta. Campana si riferisce al ricorrente ri– tornello: • quando i 1>opoll si saranno emancipati, ecc.», il quale, non neghia. mo, è ~lato spes.;o declamato in cam– po anarchico; però non sono piena• menti: d'accordo con lui quando dice che, anche « dopo aver assistito ad una brillante critica demoHtrtcc, uno rima. ne con il pensiero nel caos •· Non ne• go che più di qualche ascoltatore, o lettore, possa veramc.!"lte provare una simile impressione; ma essa non può ce..-10 passare per regola comune allor• chè si riguardi con attenzione la fun– zione storica che ha avuta la pura de• molizione critica nell'anarchismo {e credo che, sostanzialmente, in questo senso sia pure d'accordo anche Cam– pana). Basta citare, come esempio più tipico, quel capolavoro di ., cr-itica pu• ra • che è L'Unico stirneriano, il quale ha resistito a tutti i tentativi avversari di confotazione, e che sarebbe assurde, affermare che, come demolizione c..-i– tica, non abbia profondamente contri– buito a liberare il pensiero da tanti sofismi. Se è vero che non si può prescindere dal dovere di dare almeno qualche e– sempio pratico di vita libertaria, è al– trettanto vero che tra demolizione cri– tica e ricostruzione pratica - cioè il collegamento tra I'• attualità• e la par– tele «futura• -, non può esservi un regolare e costante parallelismo, dire• mo così, di medesimo volume, ciò pcr– chè la demolizione critica (sempre, si inlende, quando essa penetra verame.n• te nei mali e negli errori della storia sociale) si giustifica copiosamente sul– la base di una millenaria e dolorosa esperienza: è frutto maturato da una serie immensa di tragedie e di sfrut– ta1m:.nti; mentre che la parte «futura• richiede la necessità di cozzare contro forze e ostacoli ben poco ,~orici, cioè concretizzati nel presente come potere politico-economico. E se tali resistenze sociali, e in buona parte anche psico– logiche, Cossero proprie solo di chi do– mina, si sarebbe già a buon punto; ma il male, forse più grave, è che tali re– sistenze esistono purtroppo anche nei dominati. Alla demolizione, come aiuto esterno, necessita solo un po' di liber• là di stampa e di parola; mentre che la ricostruzione esige ben altro. E' dun– que più esatto affermare che la demo– lizione critica, più che a confondere 265

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