Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

i difonsori della giu:,tizia e della li– bertà. Dopo però, con l'Unità d'llalia e con l'avvento della monarchia dei Savoizo al potere, la mafia degenerò in ver:1 e propria delinquenza asservendosi spesso ai vari governi, alleandosi con la polizia e aiutando ministri e depu– tati governativi durante le elezioni per ricevere in cambio favori e protezio– ni. Questa collusione tra alcuni de– putati governativi, statisti come Orlan– do e Giolitti, la polizia e i mafiosi, por– tava questi ultimi ad una lotta spie· tata contro i partiti di sinistra che che reclamavano in Sicilia la divisione delle terre del latifondo ai contadini, assassinando coraggiosi rappresentanti di sinistra come Bernardino Verro e Lorenzo Panepinto. Ma i mafiosi non sempre venivano ricompensati bene, an1.i, dopo che i deputati se ne servi– vano nelle elezioni, li mandavano a scontare le loro pene in galera o al domicilio coatto come limoni spr~– muti. Più tardi ancora successe peggio con l'avvento al potere di Mussolini nel 1922. I mafiosi avevano aderito al fa– scismo per ingraziarsi con i nuovi pa– droni. I latifondisti siciliani avevano pure aderito al nuovo regime perchÈ vedevano nel fascismo un regime poli• ziesc 0 che li avrebbe salvaguardati dai pericoli delle lo! te dei contadini c dai m.1fiosi che li tag1ieggiavano. Allora, Mu,;,solini, nel 1924, era andato in Si– cilia a promctlcre che avrebbe rista– bilito l'ordine. Infatti aveva già no– minato prefcllo di Palermo l'ex poli– ziotto Cesare Mori, che seguì gli ordi– ni del dillatore senza scn1poli di sor– tn e, nella massiccia e grossolana re– pressione, arrestò rei e innocenti; tra i mafiosi pil.1abbienti, alcuni espatria- rono negli Stati Uniti, allri ebbero delle piccole noie. Questo periodo 'ii chiudeva nel 1927 i.:on i grandi pro– CC~!>i celebratici alle corti d'Assise di Palermo e di Termini lmerese, con gravi condanne degli imputali anche innocenti, mentre Mussolini stabiliva il suo «ordine». Quando nel 1943 gli alleati sbarc~i– rono in Sicilia si servirono per occu– pare le zone strategiche dell'Isola del capo del gangsterismo americano Lu cky Luciano, di origine siciliana. La collusione tra servizio segreto ameri cano e quest'ultimo e la mafia, favo– rì la ricostituzione della • onorata so– cietà • del dopoguerra. Durante quel periodo caotico si manifestarono altri fenomeni: bandi1ismo e separatismo. Da principio mafia e separatismo collaboravano per separare la Sicilia dall'Jtalia e farne la 49;,. stella ameri• cana. In questa congiuntura veniva– no reclutati i giovani della banda Giu– liano di Montelepre, a cui i capi mafia e i separatisti fecero della grandi pro– messe. Sparito l'equivoco separatista, la mafia Si orientava verso il maggior partito di governo: la Democrazia Cri– stiana. Ma re-stava ancora agli ordi• ni della mafia e di alcuni deputati de– mocristiani e monarchici la banda Giuliano, che, tra i più atroci delilli, compiva la strnge di Portella della Ci– nesi ra. ove in una aperta campagna i contadini commemoravano il JO mag· gio 1947. Poi la banda Giuliano veniva disper– sa dal Ricostituito Comando Fo1-1.eRe. pressione Banditismo con azioni spio– nistiche della mafia che intendeva di· sfarsi di quella banda pcrchè era com– promettente per nlcuni uomini polili• ci di governo e la polizia. li processo cli Viterbo del 1951 con• 307

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