Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

le idee, ci pone, senza ta11li compli– mt.:nli, cli fronte ad una vastissima rcalltt ostile ~ e, sia pure, spesso in– consapevole di tale ostililJ. - e, di con– scgucnzn, nella penosa condizione di una lotta alquanto impari; di modo che pili che un caos mentale, la nostra cri– tica può talvolta infondere una sorta di :,,marrimcnto o di pessimismo, nel ~cnso che ci fa intravvedere quanto è lungo ancora il cammino. Conosciamo bene la potenza delle p;:1role stampate. li «guaio• consiste che noi ci serviamo della stampa in un mo– do troppo «caustico•; inoltre rispcllia– mo 1roppo la ragionevole in1cgri1à del pem:icro in genere; e, in modi diversi, ;1 seconda dei caratteri o delle qualità intl.'ilcttuali. In tale rsipctto, io dichia– ro di essere dello stesso parere di Bertrand Rus'>cl che, per integrità in– tdlcttuak, iniCnde « la consuetudine cli ,·lsolvcrc le questioni pili dibattute alla luce dell'evidenza, o di lasciarle lnse> Iute se l'cvidznza non ci soccorre •· Riguardo alla parte storica dell'anar– chismo, che esige di essere rapportata al pres.entc.-., possiamo dire che essa, anche per l'avvenire, sarà !>Cmprc va– lida come impulso direzion:ite, così co– me le prime conquiste. dc!la scienza scrvir:inno quale spinta anche per le piì.1 ardue concezioni scientifiche del futuro. Ma che tale parte storica rnp• pn::s..:nti pure u:-i modello deinitivo. un dt.:stino «alla lettera» dell'anarchismo, diremo così, valido intcgrr,lmcnte an– chL per l'aV\'C'1ire, questa, suppongo, che non sia l'oj)inionc di tutti gli anar– chici. In fondo qual è il passo più decisivo e pili importante che ci farebbe alquan- 10 avanzai·e verso una socie1à libcrta- 266 ria? Nei miei s.critli ho s.pcsso insistito che tale passo sarebbe un totale e de– finitivo disarmo di tutto il mondo; ma questo, purtroppc, non dipende solo da noi anarchici. E bisogna bene met– tersi in tesla che se non si verificherà un simile evento (il quale, come sag– gezza, supererebbe anche le piì.t grandi conquiste della civiltà finora ottenute) l'anarchismo, nel migliore dei casi, procederà sL·mprc pL!r ,.frammenti». Sono convinto anch'io che, pun– tando costantemente sulle «piccole co– se», col tempo, si possono operare del– le notevoli «rivoluL:ioni s.ilcnziose», ce> mc le ho ddinile in qualche mio scrit– to. Su questo punto, pili che da una fincca volontà in genere da parte no– stra, la nostra propagnnda è alquanto frenata dall'esigua consistenza della noslra stampa. Però è ragionevole pen– sare che, quand'anche potessimo avere mezzi cospicui (come, ad esempio, la possibilità di avere giornali quotidia– ni, di istituire piì.1vaste comunità esti– ve per bambini, oppure qualche nostra università di carattere popolare), dif– ficilmcn1c si potrebbe, nel contempo, avere lo stesso grado di reial iva libcr· tà che oggi ci conce.dono per quel po– co che riusciamo a fare, e per il fallo che, numcric~1mcnte, oggi non rappre– sentiamo certo un immediato pericolo pc.r la socielà tradizinnt,le. Perciò, in un certo senso, il nostro stato d'animo può anche cons.isterc in una •p.tzie.-ile attesa~; ma nello stesso senso provalo dai primi fondatori della scienza e del libero pensiero in genere, i quali, nella loro azione divulgaliva, non po– tevano altro che «attendere• di fronte ad un mondo quasi tolalmentc ostile. E qui, per incidenza, possiamo accen– nare che le cause, materic1li e psicolo-

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