Volontà - anno XVII - n.5 - maggio1964

~iche ad un tempo, dalle quali ebbe origine l'individualismo anarchjco, con– sistono nella necessità, in parie incon– scia, di formarsi un mondo «proprio» da opporre a quello della realtà socia– le in att0, più o meno tirannico; e sap– piamo bene che l'individualismo libera solo inLernamcnLc, in quanto, nella pra– tica (come dice pure V. Garcia nello stesso N. 2 di questa rivista, l'articolo dcl quale si può considerare un'altra µarticolare risposta al quesito di Cam– pana) non è facile sfuggire alle catene delle dominanti strutture sociali. Quel– lo che ci dà la possibilità di essere pra– ticamente anarchici senza rischi, e di– ciamo pure senza fatica, non è molto; e quel poco, in fondo, è maturato da una paziente «attesa» (beninteso non puramente passiva). Non siamo più ob– bligati, ad esC'mpio, a credere in un dio qualsiasi; mentre una volta l'ateismo era considerato delitto. Di altri ostacoli possiamo liberarci solo a metà: possia– mo, ad esempio, non far battezzare i nostri figli, ma non evitare di vederli segnati nei libri dei distrelli o comun• que nei registri anagrafici. E' possibile pure evitare i! matrimonio religioso, ma quello civile non ha nulla di liber– tario:· è piuttosto una sorta di dispetto verso i preti, come lo è, però in modo più significativo, il funerale civile. Scrive il compagno Campana che: « Se noi ad es~mpio diciamo ad un Ti– zio che la sua casa è vecchia e decre– pita ecc ... e va demolita, senza prospel• targU una nuova dimora, quello, se non vede un po' chiaro dove andrà ad abi– tare dopo, preferisce prolungare la sua permanenza nella vecchia ». Si tratta di un'osservazione giusta, ma valida solo sino ad un certo limite; poichè l'anarchismo - come altre lib&– re conquiste scientifiche, filosofiche, lctLcrarie, ccc. - può solo sorgere mat– tone su mattone. Le «case prefabbrica– te», c soprattutto per ragioni cletLoraJ; o politiche in genere, possono offrirle soltanto i partiti; e sappiamo bene che tali «case», spesso, rimangono allo sta– to di semplice progetto. E' vero che « Dice poco o niente il richiamarsi al federn!ismo, al comunalismo, al libero accordo, ecc ... nella solita forma vaga drll'acccnno e basta»; 1m1 è altrcltanto vero che ai non anarchici, e soprattut– to a quelli che vivono soltanto del lo– ro lavoro, attualmente possiamo offri– re quello che Garibaldi prometteva ai suoi garibaldini: « molti bocconi ama– ri ... ». E non già per una costante cat– tiva volontà da parte nostra - anche se talvolta possiamo esser pigri o in– certi nelle iniziative - ma per il fatto che « l'evidenza non ci soccorre ». Co– munque, anche quei frammenti di vita libertaria, ai quali accenna il nostro Campana, sicuramente hanno o avreb– bero la loro utilità pratica e significa– tiva; e quand'anche fossimo certi che la loro espansione non può essere che molto lenta, cotesta condizione non do– vrebbe indebolire la nostra volontà. Possiamo dire che l'evoluzione socia. le, nel suo dinamismo più evidente, ob– bedisce ad una sorta di legge eteroge– nea: il vero progi-esso e le vere liberti'! nel cammino storico non si espandono a «macchia d'olio», ma s'infi!Lrano in modo filiforme, come lil1.fe vitali nel mezzo di vecchi organismi conservato– ri. 11 passato, sia pure il più arcaico, pub sc.mprc frenare anche il più dina– mico presente; così, come nel campo della tecnica, accanto ai superveloci ae– rei, ed ai satelliti artificiali, esistono an- 267

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