Volontà - anno XVII - n.2 - febbraio 1964

della comodità inaudita con la quale, og– ~i. con latino e senza latino, anzi con conoscenza della lingua italiana o senza di essa, si potrà giungere all'w1iversità; ed a ciò oggi pensano tutti, a,iche quelli che dopo la scuola d'avviamento sarebbe– ro entrati in fabbrica, e che ora, invece, con un piccolo sfor1.0 (tanto il latino no11 c'è più!) andranno avanti fino al diploma di ragioniere o di perito, e poi via, via, all'università in attesa del giorno nel qua– le alla facoltà di medicina potranno ac– cedere anche gli ottici diplomati nelle scuole serali... E si badi bene, qui non si vuole già dire che i nostri giovani non devono studiare all'w1iversità: ma, soltan– to che per accedere alt'imiversità, bisogna avere u11a preparazione seria, coscienzio• sa e completa, che la • nuova scuola i– talitma • non può più in nesstm modo da– re. E ciò ho detto, in tutta convinzione che i polemici non siamo noi, i • latùti– sti •, ma sono gli altri, i demagogi, a q;u,/unque partito apparlengono, elle la falsa patente non siaf1!0 noi a darla, ma quella elle già l'hanno data ed i loro spalfe,:&iatori; cl1e noi non llpparteniarno alla retorica nazionale, ma elle essi que– sti spalleggiatori interessati, appartengo– no ad centro,..sinistra che l1a l'unico sco– po di amalgamare la sinistra nel centro: e noi siamo contro il centro sinistra. non git\ pensando al centro, che è quello che è e che è sempre stato, ma proprio pen– sando alla sinistra, che ha dimenticato, ormai, i suoi precisi doveri, le sue aspi– razioni una volta nobilissime e la sua direttiva di marcia- L'educazione artistica, insomma (ripren– dendo finalmente il filo del discorso), sa• rà, nella nuova scuola, insegnata non sap,– pimno da chi, ciò che sarà l'educazione cosideua tecnica, insegnata non sappiamo da chi, (per il semplice motivo che an• cora il personale a ciò preparato non e- siste), ma, sicurame,11e, da wui i periti che, con questo insegnamento, si aiwe– ranno a continuare gli studi universitari, sen1.a pensare che l'cciucazione tecnica 110n deve essere un fine (cioè non deve i11segnare nulla), ma un me1.zo (un me1.- 1.o per scoprire le incltnazioni, le possi– bilità, le capacità degli allievi) e clre, essi, perciò, ,wn sono adatti nè maluri a que– sto insegnamento, perchè mancanti di qualsiasi conoscenza di pedagogia e di psicologia delf'età evolutiva. Per cui, an– cora wia volta, bisogna cercare la vita al di fuori delle aule scolastiche: dopo di esserci convinti che la scuola, generai• mente, non insegna nulla, se non ad <> dù1re, (vedi quami, nel lempo di scuola, ha11110 imparato ad odiare il latino, o O– m1.io , o Man1.0ni, o Da11te: e soltanto più tardi al di là della scuola, negli anni ma– t11ri, hmmo riconosciuto, e gustato, tante belle1.ze che la scuola aveva offuscato al loro sguardo, o, addirittura, rifiutato alla loro attenzione). L'educazione artistica, insomma, non può essere impartita da una scuola che, come la ,wstra d'oggi, Ila scopi bassa· mente politici e per nulla educativi. Ep,– pure senza un pò di educazione artistica, la vita non ha senso, perchè è inutile vi- 1·ere quando non si sa provare nemme– ,io la gioia di fermarsi ammirati davanti a una statua greca, o, anche soltanto di fronte ad tm piccolo mobile che abbia, nella sua forma non comune, una s11a belleu,a particolare, ""'attrattiva che gli altri tto,i presentano. Sapere tutta la st<> ria dell'arte, civiltà, dovo civiltà, data dopo data, tendenza dopo tendenza, co– t1oscere tutti gli e ismi • di cui essa si fa mi organismo complesso anche se non sempre completo, non vuol dire essere c arlis1icamen1e educati•. Ciò che si p11ò essere invece., sen1.0 riconoscere gli autori delle opere, senza sapere le cronologi~ 97

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