Volontà - anno XVI- n.12 - dicembre 1963

calità, dove, fra l'altro, studiò la lin– gua francese e si familiarizzò con quel latino che era stato adottato per trat– tare le questioni filosofiche e teolo– giche, e che era stato denominato lln– guaggto parigino. A quell'epoca la gente che teneva a formarsi un'erudizione completa era obbligata a passare per questa Univer– sità. Fu Abelardo (il vero fondatore della teologia scolastica) che tre se– coli prima aveva sanzionato la nomea di Parigi come centro di studi e che a• veva cominciato ad attirarvi gli stu– denti stranieri. A partire da Pietro Lombardo (vescovo di Parigi, discepo– lo di Abelardo, nato nel novarese), au– tore del ramoso Libro delle Sentenze, quasi tutti gli studiosi, letterarati e filosofi, erano passati per questa Uni– versità: Bacone, Duns Scoto, Guglielmo d'Ockham, Tommaso d'Aquino, Gero– lamo di Praga, (colui che prese parte alle lotte di Giovanni Huss contro la Chiesa di Roma), Arnaldo Da Brescia, Brur.etto L'ltini, Dante, Petrarca, Boc– caccio e tanti altri. Non è improbabile che il Pico abbia avuto occasione di in– contmrsi con qualche studente italiano (e può darsi anche emiliano), giacchè da un secolo e mezzo esisteva un Col– legio di Lombardi sovvenzionato dalle città di Firenze, Pistoia, Piacenza e Modena, dove venivano ospitati gli stu– denti poveri che beneficiavano di una borsa di studio. Alla fine del secolo XV l'Uni\'ersità di Parigi era però in declino giacchi! la corrcntl' d'idee non si era rinno,·ata e l'umanesimo nascente tcnde\'a a for scomparire la .scolastica: al principio elci secolo seguente poi, la Riforma le dette, in mat('ria teologica. il colpo mortale. Come ho già accennato, è molto pro- babilc che l'idea della disputa sia nata appunto a Parigi; ho anche detto che l'origine di queste dispute era anti– chissima. In questo periodo, per infi– nite ragioni, (tra le quali l'enorme co– sto della carta), la carenza di scuole la rarità di libri manoscritti ed i prez– zi elevatissimi per i pochi stampati (nel 1485 la tipografia comincava solo ad affermarsi cd i tipografi stampava– no solamente opere ritenute di comu– ne utilità, le grammatiche, il Vecchio e Nuovo Testamento, le edizioni dei Padri della Chiesa, ecc.), l'attività in– tellettuale dei Rinascimento avveniva in generale per rapporto diretto e ora– le e la manirestazione del pensiero co– sì venivano diffuse. Non c'è dunque da meravigliarsi se a Pico questa idea fosse sorta a Parigi, appunto in quella Università dove dispute avevano avuto già luogo. Partì da Parigi nella primavera del 1486 per ritornare a Firenze; ma, per poter galere della tranquillità necessa– ria a stabilire le Tesi che intendeva di– sputare, pensò di andare a Roma, dove aveva poche conoscenze e pochi amici. Forse non fu solo tanto questo la ra– gione della sua decisione, giacchè una avventura femminile, che ebbe tragi– che conseguenze, si un\ a questo viag– gio , 1 erso Roma. Infotti il Pico, che già aveva spedilo a Roma tutti i suoi ba– gagli, partì da Firenze 1'8 maggio con una scorta di una ventina di uomini a piedi e a cavallo. Quando arrivò ad A– rezzo, una delle belle signore della più alta società. si lasciò rapire con faci– lità montando in sella con lui. Certa– mente tutto era stato combinato in an– ticipo cd anche il domestico che ac– compagn:i.va la bella e che partì assie– me, era sicuramente al corrente del "ratto». Ma quella che, come sul dirsi, 711

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