Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

fò tra una vita e l'altra di frati e santi, cardina1i e vescovi, cura la ristampa cri– tica dell'Orfeo di Poliziano. E nel Gerotrlcamcrone del Bandiera, dei Servi di Ma– ria, vedi narrazioni sacre ricamate sul canovaccio di un'esagerata imitazione del Boccaccio. Perfino, nelle azioni sacre, la cui intrinseca drammaticità dovrebbe spogliare l'autore degli abiti salotteschi e dei paludamenti accademici, le ariette madri– gali, le espressioni profane, le sconvenienze spesseggiano; e l'accozzo di elementi pagani e cristiani e la pesantezza della macchina dell'azione dimostrano che siamo lontani da Feo Belcari, non solo, ma anche da Lorenzo il Magnifico. An– che lo Zeno, spirito religioso, non riesce a rendere suggestivo il dramma sacro. Vi sono accenni di riforma. Ma la satira del Gigli contro il falso pietismo della Toscana come era ridotta dal bigottismo di Cosimo Ili se può farci ricor– dare qualche scena della Mandragora, sorride e fa ridere. Orazio e Plauto, ma Savonarola è lontano. Una società intellettuale che non capisce Dante ed ama il Petrarca del Can– zoniere, non poteva iniziare una riforma religiosa. li Muratori censura costumi e riti cattolici, ma trattando questioni di giuri– sdizione temporale dei Papi non pensa di intaccare la legislazione delle Chiese. Combatte le esagerazioni dei cattolici fanatici o filistei, ma combatte anche il giansenismo. Perchè Pascal gli p:ire troppo audace, e le meditazioni filosofiche gli fanno scrivere: « mi sono incontrato in grotte che mi hanno fatto tremare ...• « Il mio rifugio è nel Credo, e col fanale della nostra Santa Religione e col scio cui credldi di San Paolo fo coraggio a me stesso ». E Alessandro Verre, nel 1779, come conclusione delle sue conversazioni con Borellet, Diderot, Marmontel, d'Holbach, d'Alembert, scri,e al fratello: « Che cosa è questa filosofia? L'amore della sapienza. Ma che cosa è la sa– pienza? Sarà forse l'attaccare di fronte Ja morale col sostenere che tutto si fa per interesse, o lo squarciare il velo del tempio? Io mi fiderò sempre più di chi crede alla mor~le e alla religione, che di chi non crede nè all'una, nè all'altra, e osservo che la gloria delle nazioni non è stata fabbricata che col formare, con le massime e coi principii religiosi e morali, le teste, in quel modo che conveni– va a quel fine; di modo che quella filosofia che distrugge tutto dal suo tavolino non vale gran cosa a formare grandi cittadini e valorosi soldati•. Il pensiero filosofico francese avrebbe potuto innestarsi nella religiosità italiana come elemento riformatore fecondo di vasti tentalivi, cd invece, per rea– zione, respinse molti in seno alla Chiesa cattolica: Arcadia religiosa. Molti spiriti superiori ondeggiarono, paurosi degli abissi del dubbio, perchè non abbastanza sicuri della propria fede, tra il volterrianismo e il cattolicismo. Poi si decisero per quest'ultimo. Architettura tutta curve, scultura tutta forme piene e panneggio, musica tut,. 433

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