Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

maestramenti, tale spostamento di criteri politici, così diverso con– tegno dei partiti e tanto mutato apprezzamento della loro funzione che a non riconoscerlo provvido e benedetto ci vuole la stupida mi– seria di coloro che si rifugiano per non discutere all'ombra del ranci– do aforisma: « morto un papa se ne fa un altro e le cose non mu– tano». La conversione di Zanardelli e di Giolitti verso l'estrema sociali– sta, la colJaborazione che questa - sacrificate le temerità del pro– gramma massimo - dà incondizionata al Ministero borghese, lo spi– rito militare diminuito al governo, lo statuto circondato di più pru– dente rispetto, la foia di legiferare intorno al lavoro ed alla tutela del lavoratore, uno spirito nuovo di conciliazione in cui cercano assopir– si gli attriti di classe, la rara ed eccezionale applicazione della legge sul domicilio coatto sono fenomeni che procedono dal sacrifizio ge– neroso di Gaetano Bresci e se ad esso non si riattaccano come a cau– sa unica ed esclusiva, con esso hanno rapporto immediato e strettis– simo di causa ad effetto. Fenomeni del resto che daJ nostro punto di vista hanno valore molto relativo e circoscritto. V'è una conseguenza morale però, che occorre mettere in rilievo. L'alto di Gaetano Bresci ha rotto nell'animo delle moltitudini lo incanto della santità, dell'inviolabilità, dell'intangibilità quasi divina che aveva fin qui circondato i rappresentanti altissimi degli istituti borghesi. rI Re, che unto da Dio, sacro al culto delle plebi genuflesse, onni– potente, sovrano dispensatore di fortune e di miserie, terribile come un nume, il re leggenda che colpisce e non è colpito mai, che è al di sopra della giustizia e della podestà degli uomini, il re se n'è andato per sempre. Bresci ha risvegliato nell'animo delle plebi questa eretica libertà di giudizio mostrando che non hanno i re una natura privilegiata, che sotto l'orpello delle regali decorazioni c'è tutta la vanità conven– zionale di menzogne mal rintonacate e, che sotto la mano di ferro d'un libero cittadino crollano gl'idoli, gli orpelli, le religioni bugiarde sen– za schianti e senza speranza di resurrezione. Ed è tale conquista che il ricordada non è vana nè sterile. LUIGI GALLl~ANI (Da La Questione Sociale. Patcrson, 26 luglio, 1902). 420

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