Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

ANTOLOGIA GAETANO BRESCI (29 luglio 1900) Q UANDO NEL MAGGIO 1898 il popolo d'Italia stremato dalla miseria, sfiduciato nella tutela politica dello Stato, assurto all'ango– sciosa esperienza di non poter raggiungere che colle proprie forze - ripudiato ogni interessato patrocinio di politicanti sconci - la con– quista del proprio benessere e della propria libertà, in ogni parte d'I– talia, dalle campagne opime dell'estremo lembo della penisola su per le Marche fiorenti fino ai piani ubertosi ed alle città febbrili d'indu– strie e di commerci che fronteggiano le due rive del Po, insorse chie– dendo con la consueta discrezione leggendaria e traviata lavoro alle braccia impazienti, pane ai ventri torturati dal crampo e dall'inedia, la borghesia capitalista spaurita dalla minaccia generale e dalla pe– riodica cronicità dei tumulti rispose con la reazione spietata e sangui– nosa che, dalla restaurazione in qua, è il solo beneficio recato alla cau– sa del progresso e dell'emancipazione dal glorioso regime della bor– ghesia sovrana. li mezzogiorno vide nei fratelli dell'esercito rinata scintillante la gloria delle bande Sanfediste e la pietà del Cardinal Ruffo, le donne col ventre squarciato dalla mitraglia, orfani i figli del povero, le gale– re della patria rigurgitanti di vecchi tenaci a 'voler vivere a dispetto <li dio, del re e dei fucili a ripetizione. Per le vie di Milano il cannone di Bava Beccaris seminando la strage e la rovina ammoniva i superstiti della rivoluzione lombarda che alle cinque giornate del popolo succedono con alterna vicenda le cinque giornate del Principe. Attorno alla monarchia restauratrice della disciplina e dell'ordi– ne riavute dalla paura s'inchlnavano riverenti, riconoscenti le consor– terie ribalde, frettolose dell'intrigo, le camorre arroganti, rinfrancate al sacco più avide e più impudenti. Umberto I piegava sotto la gloria. Egli che pur sapeva i sentieri più tortuosi della vittoria e rivedeva come fasti di ieri le giornate di Conselice, di Gretteri e di Caltavuturo, egli, dopo Adua, non vedeva l'ora di barattare il delitto sciaguratamente inutile delle ecatombi afri- 417

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