Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

steri soppressi. In Polonia, dopo il 1958, molte imprese erano dotate di auto- ' nomia di gestione. Le due imprese marittimo-commerciali, la PLO e la PZM, lasciavano posto a quattro imprese, ciascuna con un settore geografico entro il quale doveva sviluppare la propria attività al massimo. I «responsabili» di eia• scuna impresa beneficiavano d'una larga iniziativa per trattare con la clientela e disponcnvano di poteri estesissimi per l'investimento. Lo stesso anche per sei fabbriche chimiche (a Cracovia, a Oswiencirn, a Szecin, a Tarnow ed a Varsavia). In Russia, recentemente (14 marzo 1963), ha avuto luogo una ricentraliz. zazione con la creazione di un Consiglio supremo, che prende in carico tutti i comitati di Stato e che domina l'amministrazione del Piano (gosplan), di un consiglio incaricato della gestione (pianificazione a breve termine) e di un or– ganismo incaricato della costruzione (gostrol). Le ragioni di questa riforma sono da ricercarsi nell'incuria dei "'quadri responsabili delle fabbriche» o degli organismi contadini, quotidianamente denunciata dalla stampa sovietica. Ma queste alternative "'1iberalismo-centralizzazione » sono relative ed hanno poco scalfito il giro ed il meccanismo economico. Resta, più o meno, una « autono– mia dell'impresa"· Che cosa si vuol significare con ciò? I comunisti anarchici ammettono la necessità di una pianificazione (pia– nificazione di gestione) e reclamano una autonomia delle imprese (autogestio– ne). La differenza non consiste tanto nella pianificazione, nella misura in cui lo stesso sindacato può burocratizzarsi, ma nella garanzia d'una libertà mini– ma, di quella minima dignità in cui appunto consiste l'autogestione, la quale implica una certa autonomia dell'impresa, autonomia che si dice impossibile almeno in regime strettamente pianificato. Orbene, essa esiste in Russia, con la differenza che l'autonomia è riconosciuta a11a dJrez.ione dell'impresa e non ai consigli operai. Detta autonomia, d'altronde, non fu concessa per uno scopo ideologico (« tutto il potere ai Soviet,,), ma perchè s'è riconosciuto che "'era più efficace». Il giorno in cui i marxisti oseranno tentare di riconoscere vera– mente un potere diretto di controllo ai soviet, forse si accorgeranno che la ri– voluzione può anche guadagnare in efficacia attraverso l'autonomia. Queste brevi considerazi,·mi permettono di farci un'idea dell'autogestione. L'autogestione attraverso il consiglio di fabbrica non implica affatto il controllo totale del piano da parte dello stesso. Come indica l'espressione, trattasi di gestire la fabbrica: nuJla di più, nulla di meno. Una volta che il piano venga de– finito dalla collettività locale, il consiglio provvederà a concretare il piano nella propria fabbrica e con i mezzi a disposizione. Subirà degli ostacoli: incapacità parziale o totale, errori, disonestà da parte di alcuni. Ma quando si considerano le critiche che .i sovietici stessi formulano nei confronti dei loro direttori di fabbrica ... L'autogestione non è da intendersi come un semplice procedimento tecnico, ma come una integrazione nella vita: reale responsabilità, potere di decisione 401

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