Volontà - anno XVI - n.7 - luglio 1963

IL POSSESSO E IL CONTROLLO Il possesso è più una nozione di fatto, materiale, che non la proprietà, per quanto esso, atlualment'e, venga spesso considerato come un'apparenza della proprietà. Il possesso è indivisibile: chi possiede materialmente una cosa non può dividere il possesso, anche se può dividere Ja cosa. La proprietà, invece, nella misura in cui è un diritto astratto che può essere esercitato a distanza, può dividersi nella misura in cui essa è un controllo dell'uso della cosa: si può concepire che il controllo relativo ad un certo uso venga riservato a X e che il controllo relativo ad un altro uso venga riservato ad Y. li possesso, an– ch'esso, in fatto non è esente da un certo controllo. Così, in certa qual manie– ra, avviene in Russia, in cui lo Stato, come principio, ha un controllo assoluto sui beni. Una pianificazione statale tende a fissare a ciascuna impresa industriale la produzione che le compete, così come a fissare a ciascuna impresa commercia– le la parte di prodotti che essa dovrà ripartire ai consumatori nella sua sfera di azione. Ma, per portare a termine questi scopi, le imprese debbono entrare in relazione le une con le altre (acquisto di macchine, di materie prime, con– segna dei prodotti, etc.). Sarebbe concepibile quindi una pianificazione ammi– nistrativa statale la quale si occupasse dei «dettagli» di queste operazioni in modo che tutta la vita economica sarebbe regolata da un sistema di buoni, as– segnati dall'amministrazione a ciascuna impresa, per prelevare sulle quantità di merci di tale o tal'altra impresa. (Ciò venne tentato dopo il 1917). Ma non è così. Infatti all'impresa viene riconosciuto un largo margine d'autonomia (prin– cipio della responsabilità contabile di ciascuna impresa). Una parte del capitale dell'impresa (capitale circolante), permette di contrattare con altre imprese per i bisogni della propria produzione; anche se l'altro contraente sia stato indi– cato dall'amministrazione, resta tuttavia all'incombenza dell'impresa la mag– gior parte delle modalità pratiche della contrattazione. E ciò avviene anche se il piano si limita a fissare un compito di produzione all'impresa, giacchè la la– scia libera per il resto (l'impresa evidentemente - salvo eccezioni - non può che rivolgersi ad altra impresa sovietica e può richiedere ciò che quest'ultima deve produrre). ti meccanismo dell'economia sovietica, esposto sommariamente, dal 1957 ha teso verso una maggiore liber~llizzazione: i ministeri incaricati del set– tore industriale vennero soppressi e le loro attribuzioni vennero affidate a consigli regionali. Successivamente questa tendenza s'è venuta attenuando: i comitati di Stato, a poco a poco, hanno ripreso una parte dei poteri dai mini- è molto debole e sen1.a Influenza. La divisione non deve essere troppo complicata, nè nettamente determinala, sotto pena di provocare conmtti e disordini. 400

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