Volontà - anno XVI - n.6- giugno 1963

Benjamin R.Tucker e «LIBERT Nor does U-,e anarchlstlc scheme rurnlsh any code or morals to be tmposed u– pon the Individuai. « Mlnd your own business ls hs only mora! law ». E nemmeno la concezione anarchica crea un codice morale da Imporre all'Individuo. La sua unica legge morale è questa: « Interessati de' fatti tuoi»). (Benjamtn R. Tucker. nel Im,tead of a. Book p. 15). HO LETTO con la più grande at– tenzione le pagine che nella Rivista « Defense de l'Homme » del gennaio scorso, il nostro amico Dott. Herscovi. ci ha dedicate all'opera e all'uomo che fu Benjamin R. Tucker (pagine ripro– dotte anche da « L'Adunata», tradotte per intiero). Ho conosciuto personalmente Tucker, ed ho avuto occasione di corrisponde– re e di discutere lungamente con lui, (ho ancora qui fra le mie carte diver• se sue lettere) e anche con diversi dei suoi collaboratori più vicini come Jo. seph A. Labadie, Clarence Lee Swaartz e qualcun altro. Non è possibile parlare di Tucker senza parlare del suo giornale "' Liber– ty» (giornale uscito in un primo tem– po a Boston, e poi a New York) nel quale durante 27 anni, con la più gran. dc franchezza, sviluppò largamente il suo pensiero, polemizzò con ardore, e tenne i suoi lettori al corrente della sua evoluzione: cosa che l'obbligò a sepa– rarsi da qualcuno dei suoi abituali col– laboratori e di crearsene dei nuovi. E' in questo giornale che, durante quasi trent'anni, sostenne e difese le rivendi– cazioni dell'anarchismo individualista che aveva fatte sue. Ho qui una buona parte della collezione del « Liberty » che ho sfogliato di nuovo in questi gior- ni, non essendomi stato possibile rileg– gere tutto, completamente. Ma una vol– ta dato questo rapido colpo d'occhio, mi sono convinto che James L. Martin, abbia avuto ragione di scrivere nella sua recente opera « Men against the State» che è difficile trovare un perio– dico di così grande interesse e che ab– bia riunito attorno a sè un numero di collaboratori tanto brillanti (in relazio– ne naturalmente a quanto potevano da– re allora gli Stati Uniti). «Liberty,. non ebbe continuatori. Certamente che per riportare sul piano della discussio– ne tutti i problemi sollevati da questo giornale e proporne le soluzioni, ci sa– rebbe voluto un animatore di prim'or– dine, dotato d'un'energia non comune, pronto a rispondere quando era atlac– cato e quando comprendeva che era stata data una falsa interpretazione al– le sue precedenti affermazioni. Tucker - bisogna riconoscerlo - riuniva in sè tutte queste qualità. Nel presente articolo lasceremo in disparte l'economia politica a cui Tu– cker s'interessò vivamente. Ci condu– rebbe troppo lontano. Ci limiteremo ad accennare a tulti gli altri problemi trattati da « Liberty». Indubbiamente Tucker fu un temi– bile polemista, ma non si attaccò mai alla vita privata dei suoi avversari, ri- 363

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