Volontà - anno XVI - n.6- giugno 1963

Otto scritti diCamillo Berneri <*) L'EX CIT'J.'ADINO llfASTAl Gli italiani hanno il culto dei liberatori: non c'entra nè Machiavelli, nè Carly– le. Tanto è vero. che Garibaldi è messo braccetto, come in certe vecchie stampe, con Carlo Alberto e con Pio IX, dalla incolta riconoscenza patriottica per i patroni del Risorgimento. E' una malattia costituzionale del nostro paese quella di sperare la sal– vezza dair« uomo del destino». Non mancano casi recenti. Che fare? Lezioncine di sto– ria a questi italiani, anche se appartengono al ceto della gente che « ha fatto gli stu– di». Parliamo, dunque, un poco di Mastai-Ferretti. per ricordare come quest'uomo me– diocre, a dirla col Gioberti, apparve l'Urbano II della crociata antiaustriaca. Pio IX non fu portato al seggio pontificio dalla corrente neo.guelfa. Nel conclave, le due correnti opposte si polarizzavano in due personalità. spiccate: Lambruschini net– tamente reazionario. e Berretti, l'uomo mite che molti cardinali credevano necessario per tranquillare i sudditi malcontenti. Il Gizzi. liberaleggiante e caro ai neo-guelfi ri• mase trascurato. Mastai•Ferretti divenne Pio IX per caso. Perchè il cardinale austriaco portatore del ,,eto dell'Austria giunse in ritardo. Al primo scrutinio, contro 15 voti al Lambru– schini stavano i 12 al Mastai, e, contro quei voti. 23 andarono dispersi. Il Mastai non era molto noto ai colleghi, e non aveva. quindi, nemici. I 23 si unirono ai 12 del Mastai, l'uomo della via di mezzo. Quando questi si vide eletto gridò: Ah. signori, che cosa hanno mai fatto? - e cadde svenuto. Cadde svenuto. In questa reazione violenta c'è tutto Pio IX: l'uomo, che, da gio– vanetto, avev;i dovuto abbandonare il collegio degli scolopi, a Volterra, perchè epilet– tico: il papa che si lamentava e confessava: « mi vogliono un Napoleone. mentre io non sono che un povero curato di campagna! 1). Da fanciullo: vena poetica, e le battaglie napoleoniche come soggetto predominan– te dei primi sfoghi letterari. Da giovane: aspira alla dignità di guardia nobile, ama caracollare per Senigallia, ama le donne, dalle popolane alle principesse e financo alle attrici di teatro. ed è un appassionato giuocatore di pallone e al bigliardo. in compagnie spregiudicate. A Roma comincia la nuova vita: assistente degli orfani dell'ospizio di Tata Giovanni; nel 1822si reca in Senigallia a fare i Contrasti in piazza, con i Missionari: nel 1823parte per il Chilì, in missione: nel 1825diventa presidente dell'Ospizio di San Michele. asilo di vecchi e penitenziario di donne; nel 1827,arcivescovo di Spoleto fugge ai primi subbugli. Il curriculum vitae di Pio IX. fino alla sua assunzione al pontifi– cato pare trama di romanzo. Non vi sono capitoli e neppure paragrafi di storia. Vescovo di Imola, in casa dei conti Pasolini, legge il Primato, le Speranze d'Italia, i Casi di Romagna, e si avvia al conclave con quei libri. per offrirli al nuovo pontefice. I1 nuovo pontefice è lui, e Pio IX sviene. Credeva di far da consigliere, e si trova ad essere lui il papa innovatore, il papa itllliano. Non gli bastano i libri: ha bisogno di consiglieri. stretto come si trova tra i cardinali di curia più retrogradi. Il conte Pasoli– ni, il canonaco Graziosi, mons. Corboli Rossi gli consigllano l'indulto del 16 luglio: lni- (*) 11 primo articolo t, del 21-4-1925; i'al!ro dell'll-4.1925 (Per altre noti;.ie cfr. Volontà n. 5 - maggio 1963). 359

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