Volontà - anno XVI - n.6- giugno 1963

passe urbanistica e viaria, e, concomitante all'erosione dei terreni eccessivamen– te denudati, il progressivo dissesto di parecchi bacini fluviali. Per esempio, è mai stata conteggiata la quota di passività relativa a un fiume diventato pensi– le, o in via di dh 1 entarlo in area urbanizzata? Inoltre accanto ai progressi relativi a molti paesi, e immediatamente divul– gati in cifre più o meno obiettive, rimangono spesso in ombra le stasi e i re– gressi che contemporaneamente si verificano in altre contrade. In particolare va fatto notare che le dette passività riguardano processi i cui limiti massimi di tolleranza sono già ora chiaramente in vista, salve le illusioni di potervi ov– viare offerte dai sofismi primo e terzo. L'unica nota cii moderazione talvolta espressa dagli zelatori del secondo sofisma, sta nel dirsi convinti che in futuro si stabilirà spontaneamente, in base allo stimolo di nuove esigenze nel frattempo maturate, ma senza l'ausilio di teo– ria alcuna, nè di convinzioni in proposito, un andamento demografico pilt equi– librato di quello attuale. A quest'ullimo riguardo no:, rimane che chiedersi se sia anche da prevedere che, accanto a tale futuro e confort:mte andamento de– mografico, continuerà a sussistere indefinitamente anche l'odierna stragrande maggioranza antimalthusiana, nonchè gli attuali clivieti ad ogni razionale inizia– tiva in tale campo; se, insomma, si debba prevedere che in futuro possano mu– tare gli effetti di una mentalità e di una volontà sostanzialmente immutate. E ciò tanto pii., in quanto il principio secondo cui n un aumento di benessere corrisponde invariabilmente una riduzione di natalità, potrebbe rivelarsi falso per le popolazioni i cui futuri mutamenti di condizione non saranno processi au– tonomi, o saranno ottenuti con modalità e in forme diverse da quelle verificatesi finora per altre popolazioni. Va fatto inoltre osservare che dovrebbe contribuire a svalutare questo se– condo sofisma anche la circostanza che in ogni parte del mondo una notevole percentuale degli ultimi censimenti dclic popolazioni hanno dato sorprese per eccesso. Tutto questo senza pregiudizio del fat1t:> universalmente riconosciuto che pili della metà dell'umanità soffre la fame, e che, quindi, di fronte a tale situa– zione risulta insensata la preoccup:i.zione del « diriti.O alla vita» mitologicamen– te inteso come espansione numerica illimitata, e quindi come fattore di perpe– tuazione di un alto livello di soffernza. E ciò ancorchè quest'ultimo sia neces• sario alla conservazione e alla prosperità delle istituzioni esistenti. III. - Nel terzo sofisma l'espressione « illimitata capacità inventiva dell'uo– mo» non può essere ragionevolmente intesa nel senso che all'uomo stesso com• 337

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