Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

camcnte e socialmente tutte le professioni, non solo perchè senza il concorso coordinato di ognuna la produzione sarebbe impossibile e il mondo economico insostenibile, ma soprattutto pcrchè è giusto ed umano che ciascun uomo deb– ba poter scegliere il suo lavoro senza preoccupazioni di ordine materiale; debba poter scegliere la sua professione non come un anonimo mestiere, ma come la sua personale e insostituibile vocazione, pcrchè seguendo la nostra più intima inclinazione ci rendiamo sempre più liberi e ci conquistiamo come autonomia; perchè nell'esercizio e nell'amore della nostra professione mettiamo in pratica la nostra cultura, tempriamo il nostro carattere nel dovere verso il prossimo e verso noi stessi, affiniamo le nostre attitudini nel trasformare il mondo della natura e quello sociale, migliorando e l'ambiente che ci circonda e le nostre stes– se capacità. Naturalmente la professione quale missione è più un punto di arrivo che una realtà e un punto di partenza, come la libertà: ecco perchè necessitano scuole di orientamento professionale su grande scala e maggiore consapevolezza nelle famiglie e nella società nel difficile compito della scelta della professione; è indispensabile che si superi soprattutto da parte degli adulti l'empirismo super– ficiale e il brutto utilitarismo nello scegliere la nostra attività lavorativa. E' un diritto e nello stesso tempo un dovere sacrosanto esercitare una professione che sia la più atta alle nostre attitudini e alle nostre capacità: una professione con– trari;1 alla nostra vocazione diminuisce il nostro valore di uomini e la nostra djgnilà, ci rende simili alle cose e agli esseri ,mimali a noi inferiori, ci rende in– sensibili alle nostre aspirazioni icieali più alte e ci abbassa ad un livello di auto– mi senza ragione e privi d'ogni luce spirituale e morale. Seguendo la sua vocazione, l'uomo, può dare al mondo il meglio di se stesso e, quindi, migliorarlo nel senso più alto e più nobile del termine; diversamente peggiora se stesso e contribuisce a rendere la terra meno ospitale e meno abita– bile, anzichè più libera e più solidale nel bene, più decisa nel seguire la verità e meglio preparata al progresso della civiltà dei costumi morali più che a scim– miottare ipocritamente la virtù e sentimenti superiori. Il problema dell'educazione professionale è un problema la cui soluzione im– plica ed esige, oltre alle scuole di orientamento professionale sufficientemente attrezza.te , degli insegnanti preparati e che si dedicano agli alunni con tatto e a– more per scoprire le loro effettive attitudini e incanalare le loro capacità verso un reale progresso cli onesto lavoro e tranquillo avvenire; postula una società giusta di uomini buoni e di fratellanza leale, di libertà morale e benessere eco– nomico. Gli uomini di domani potranno così essere soddisfatti del loro lavoro e a– marsi liberamente nel lavoro e attraverso il lavoro, senza concorrenze deleterie e senza il tormento deprimente e infelice di dover esercitare una professione che non si sente o che si accetta come una dura necessità della vita. Soltanto tro– vando nella nostra professione il valore pieno della nostra vocazione ci elevere– mo in un mondo ricco di umanità e di dignità nei rapporti tra gli uomini, di be– ne reciproco e di aiuto fraterno nella lotta contro la sofferenza ed il dolore; il lavoro cioè non sarà soltanto fonle di beni economici ma anche sorgente di comprensione e d'amore, di solidarietà e libertà tra gli esseri umani. P. VILLELLA 183

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