Volontà - anno XV- n.11 - novembre 1962

ricevono invece una risposta critica - minimo allo di civiltà di chi parli del 1>acscdove vive - non soltanto rcstan delusi, ma si offendono un poco: come accade a un adolescente ( o non), quando gli parlano male della ragazza. Dall'Italia (e dall'occidcnle in generale) la Jugoslavia sembra stia prendendo 1ro1>po, oltre a buoni prodo1ti o ottimi impianti induslriali, e cioè: le trasmissioni televisive ( non solo quelle a larda ora, che sono le migliori, ma i notiziari sportivi, e interi cicJi come Studio Uno, per il <1ualc in Jugoslavia persino degli universitari vanno in brodo cli giuggiole); l'cu– fasi data al turismo nei programmi di sviluppo economico ( il turismo non è mai servilo a far progredire un paese arretrato); l'inci1>ientc mania pub– blicitaria ( dal dentifricio Azulin piazzato sulle ta,•olc dell'orario ufficiale in tutte le stazioni, a programmi radio fatti di una canzonetta, denden, una réclame, un attacco di canzonella, tintin, un comunicato commerciale. )nfine la corsa all'acquisto di beni di consumo di pretta marca occidentale e di dubbia utilità, da 1>arte di una classe media in formazione, la cui fun– zione, dal punto di vista lecnico e politico, a1>parc assai incerta, e la cui rcdditivitI1 economico-sociale è molto inforiore alla fotta di reddi10 nuzio. nale che essa si arraffa. A parte gli avvocati, i consulenti d'ogni s1>ccic 1 gli intermediari, i pie• coli (abbricanli, - dei <1uali parla male la stessa stampa interna, che non sono il genere di persone da me avvicinate......., vale invece la pena di riforire un incontro a Skopje, dove ho passalo due giorni alla fine del cam1>0. A Lubi:111u,Zagabria o a Belgrado, parlano della Macedonia, come se si trat– rnsse di un paese lontanissimo dal resto della Jugoslavia (in modo pili staccalo - mi è 1>arso - di quan10 in Piemonte o in Lombardia si parli della Sicilia; anche pcrchè la migrazione interna jugoslava è incompara– bilmente inferiore a <1uella italiana): mentre Skopje è una città di 190.000 abitanti, moderna e pulita, a sole sei ore di espresso da Belgrado, ecc. Alla stazione ,,iene ad accogliermi un gruppo di m10, 1 i amici; con uno dei quali, corrispondente di lingue estere in una impresa d'es1>ortazione, cerco di 1>rogrannnare utilmente le ore in cornune. Ma quando accenno alla politica, come uno degli argomenti di discussione, mi dice subito: « Beh! Se si parla di <1ucsto, io me ne vado », guardandomi con gli occhi furbi di chi sa di essere compreso nel suo giusto senso: atteggiamento che mi sor– prende, perchè 1uolto di\'crso da <1uello degli operai che lavoravaoo sul– l'autostrada. La sera ì coniugi, di cui sono 0s1>ite, mi parlano sulla acropoli turca, dalla quale si domina uno stupendo panorama della città: non tanto 1>er questo, quanlo 1>er mostrarmi il lucido bar di perfetto stile occiclcn1ale, 1>is1ada ballo, lavolini e sedie modernissime; aJtrcttanto caro, in propor– zione ai 1>rezzi jugoslavi, quanto un locale italiano di gran lusso. Tutt'e due i miei ospiti lavorano: il marito è disegnatore in un ufficio di 1>iani– ficazionc urbanistica (orario unico, 6-14) e insegnante in una scuola pro– fessionale, di pomeriggio; la moglie è dentista in una mulna ( dalle 7 alle 637

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