Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

e le risposte si riprodurebbero allo infinito senza mai concludere, poichè il teologo finisce col barricarsi dietro « l'ultima parola » che può essere data solo dalla fede, cioè proprio dall'essenza più indeterminata di questo mondo. Piuttosto è su di un piano logico che l'ateo può avere un certo van• taggio sul credente; e pili precisa– mente sul tema della « salvezza eterna ». Dove sono anelali a finire tutti gli uomini che vissero prima di Cristo, cioè prima della rivefo::.ione? All'in– Cernoo in paradiso? Se finiscono nel primo luogo (u senza dubbio una inconcepibile ingiustizia da parte di Dio (e il cosicletto limbo, im•entato molto piì1 tardi, fu appunto una so– sta di compromesso per trarsi d'im– J)accio entro palesi incogruenze); poichè che colpa potevano avere l)er non aver seguita una religione che ancora non esiste, 1 a? E se si sono salvati pcrchè sono stati Osse<1uie11ti alle loro religioni - primitiva, pa– gana o ebraica che fosse - allora, circa la possibilità di st1lvt1rsi ogni religione si c<rui\'8le. Difatti, anche attualmente, <1ual– che teologo cristiano (sopratutto tra i protestanti, un pò più liberi dal peso soffocante della dogmatica cat– tolica) ammettono che lddi.o non può negare la salvezza ad un mussulmano o ad un buddista che abbiano sem– pre vissuto rettamente neHa loro re– ligione; e questo per non cadere nell'assurdo di ammettere diversi pa– drelerni con relativi inferni e pa– radisi. Ma con q·uesta ammissione non si avvedono ( o forse meglio: sono consapevoli, ma si guardano bene dal dichiararlo) della insidiosa relatività nella quale sono costretti ad introdurre anche In religione che si ritiene la sovrana e l'unica depo– sitaria della verità? Un passo di l)iù e ci si può con~ vincere che la salvezza la si può ollenerc anche a11enendosi ad una coudotla onesta e ragionevole; vale a dire ad una religione puramente individuale. Poichè è bene insistere che il nocciolo fondnmentale di ogni religione è ap1)u1110 il concetto di salve::.:<t; in 1ermini pili semplici, del!'11oli re lombn », coucello ch'è ormui 1>sicologieamente stratificato dal peso di diversi millenni di senso religioso. Ma è curioso notare che se oggigiorno chiediamo ad un teo– logo dove possono lrovursi l'inferno e il paradiso, non può altro che ri– sponclen•i in modo indeterminato. Cerio che in un'epoca in cui i razzi incominciano a rrugarc anche negli abissi del cielo 1 non possono più dare un'esplicita ubicazione come nor.I esitavano a darla un tempo. Lo inferno e il paradiso, come luogo di pena o di gioia, sono il solito mistero; e qualche filosofo cristia– no, dotato di più sensibilità e di fi. nezza espositiva, non èsita a definire l'inferno come una eterna privazione della visione c.JiDio ... Comunque, teismo e ateismo s'in– <1uadrano nel divenire umano anche come grandiosi fenomeni di evolu– zionismo psichico; e come tali pos– sono essere compresi e studiati con una certa obiettività. Evoluzionismo, tuttavia, sul quale imprimono anche numerosi fattori sociali, scientici o tecnici in genere, e persino di op• portunità puramente pratica. Basta pensare, ad esempio, al suono delle campane il quale, almeno nelle gran- 345

RkJQdWJsaXNoZXIy