Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

senza tuttavia raggiungere un mo, 1 imento tale da giustificare, almeno sul piano economico, l'impiego delle armi: 150 mila tonnellate di merce cari– cata e scaricata, contro llll totale nazionale di 3,2 milioni, nel 1960). Dopo il bagno Cacciamo un altro pezzo di spiaggia clcscria per arri– vare a un luogo che di lontano pare abitato: sono due baracche; una rivendita di bevande ghiacciate ( è il marinaio che vuole pagare), e J'ufficio turistico, autorizzato, per la gita di rito con la barca dal fondo di \'Ciro. Ma niente da (are subito; nessun mezzo parte (ce ne sono una decina legati a un embrionale imbarca(lcro) sin <itianclo non siamo in tanti: come nelle fiere di paese, do"e la giostra non si muove se i cavallini non sono 1u11i occupati. La sosta non è sgradevole, siamo seduti all'ombra, in una s1>ecie di gabbio110 di legno e teloni, con la parete ,•erso il sole irro– rala da una doccia costante; ma il discorso col marinaio comincia a languire, sopra tuIlo perchè i mezzi di comunicazione sono scarsi: lui parla con cinquanta vocaboli inglesi, più dicci SJ)agnoli; io - forse già un poco tocco dal clima; dall'arido miscuglio elci panornma: spiazzi tristi, rotti e trasantlnti come alla periferia <lcllc grandi cittil, mare quieto e trasparente come cristallo, chiuso fra promontori di rocce rosse e accartocciate, profili di baracche verso l'interno; e dalla recente aerea ,•isione delle miniere di ranlc di Salomone, vecchie di tremila anni, oggi di nuovo vi.ve- estraggo con fatica, dal fondo del cervello, le parole di Omero e cli Platone, per cercare di farmi meglio capire. Senza il minimo successo, ad evidenza. Ciò che resta chiaro è che lui non è tanto (esso da sr>endere quattro lire israc• liane (1000 lire ilaliane), per vedere com'è ratto il fondo del mare nel Golfo di Acaba, lui che sull'acqua ci de,•e stare per forza, dei mesi interi: sicchè quando arriva, improvvisamente, un pullman carico di americani ( New York-Israel-New York, in quindici giorni) che si geunno nelle barche pronte, la nostra incipiente a1nicizia s'interrompe. A un metro np..e.ena clalln riva, quando a1trnverso il fondo dell'imbar– cazione si vede Jn stessa ghiaia della spiaggia, i turisti, interamente ame– ricani per costume, anche se israeliti, urlano di meraviglia e si gettano a far fotografie; dopo, <1nando il mnre diventa simile a un .1cquario di città. ricchissimo di colori, di forme e di vita, si sono già calmati, cominciano a risparmiare pellicole e a interessarsi cPaltro. Una \'ecchia signora, quando apprcude la mia nazionalità, esclama con gioiosa sincera meraviglia: << Ah~ allora sapete parlare italiano! >>- Girando per Eilath scopro che la cittadina non esiste ancora, ma sia nascendo bene, anche se in fretta: poche ma larghe strade, ·qualche casella, molte baracche, bar otlimamcnte riforniti a disposizione di turisti e ca– mionisti. Un nuovissimo complesso di negozi, messi a <1uadrilatero su portici verso l'interno, ha \'Ctrine clcganli e moderne pro1)Cio come in una citti1 centro.europea; fra di essi - col caralleristico arredamento di mezza avan– guardin, l'indicibile listino di borsa np1>eso ha vetro e tendina - anche Ja banca. L'impressione complessiva di Eilath è uno strano incrocio di Europa e di Far Wcsl, di fu111ro centro turistico e d'nnlica solitudine, di 220

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