Volontà - anno XIV- n.12 - dicembre 1961

l'aprile scorso. Gli italiani sono gcneralmcnle giovani, vivi e battaglieri. Gli spagnoli, generalmente pili vecchi, sono più riservati. La mentalità della popolazione locale è campanillislica e le ripugnano i contatti con coloro che non sono del luogo. Persino gli originari delle Indie occidenlali e gli sludenti del Surinam avevano inconlrato serie diffi– coltà per farsi accettare e trovare da alloggiarsi in città. Ma non si può spiegare il conflillo recente solo con il (< provincia– lismo >). Nell'Olanda del Nord, a Ljmuiden, un ahro sciopero scoppiò re– centemente in una segheria tra gli operai italiani. Quindici lavoratori rifiutarono di acceltare l'ultimatum della direzione e furono licenziati. Altri cim1ue furono arrestati per 48 ore ed espulsi per vagabondaggio ... I padroni olandesi e le autorità governative vedono nella mano d'opera straniera un elemento di stabililà e di rendimento. I sindacati operai, di qualsiasi tendenza, non Canno niente per organizzare i lavoratori immi– grati. I salariati olandesi pensano che la presenza di questi ·operai stra– nieri pesi sul mercato del lavoro. E cosa strana molti olandesi credono che gli stranieri siano meglio pagati di loro. La politica sindacale, strettamenle legala a tutta la politica, accetta il blocco dei salari deciso dal governo. Mentre il bisogno di manodopera, e lo testimonia l'ingaggio di operai stranieri, dovrebbe spingere i sindacati olandesi a rivendicare degli aumenti di salari. In realtà nessuna organizzazione locale ha preso la difesa degli operai italiani. Due giovani mililanli sindacalisti, RudoH e Artlrnr dc Jong, si sono recati sul posto per chiarire la situazione e pro\- ·oca.re un movimento di solidarietà operaia. La sezione dcll'O.V.B. (Organizzazione operaia indi– pendente, molto attiva sul luogo del lavoro e che continua la t.ratlizione diretta del sindacalismo di base) ha pubblicato una mozione di solidarietà verso i lavoratori stranieri, ma la stampa locale non l'ha riprodotta. Il problema è ora largamente discusso in parecchie organizzazioni industriali e nelle colonne del Nieuwe Strijcl, l'organo dell'O.V.B. Noi abbiamo un esempio di situazione in cui un'azione internazionale autentica potrebbe essere intrapresa. A condizione che le Internazionali sindacali accettassero di fa1· dell'azione internazionalt" concrela e non di limitarsi a lanciare manifesti. A condizione che le organizzazioni nazionali fossero esse stesse aperte alla pratica dell'internazionalismo. A condizione, anche, che le organizzazioni nazionali <l'origine - - e noi pensiamo dicendo questo all'UIL, alla CISL italiane, aJl'UGT e alla CNT spagnole - se ne occupassero. Per il momento, il solo intervento inlernaziona1ista è stato quello dei nostri compagni olandesi. Esso salva l'onore. Ma mostra anche quanto il fossato sia grande tra le !acili dichiarazioni di principi e l'autentico lavoro internazionalista. L.M. 725

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