Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961

cono. Ci sono sempre stati tm noi anarchici non violenti che dichiarano l'anarchia il loro fine e la non violenza, il tipo di azione col quale riten– gono di poter conseguire tale fine; ma dichforarsi non violenti e nulla più, può cmche dar luogo all'agnosticismo e al ,wllismo. Qualsiasi a:ione indivilfuale o collettiva non si definisce dal suo metodo violento o non violento ma dai fini che si propone di raggiungere e noi pensiamo che tutti i metodi sono buoni <Jutmdo si propongono di arginare la crimina– lità dei governanti. Pens(amo che siano state un fatto positivo le manife– su1zioni tumultuose che lo .~corso anno in Giappone hanno intimato l'alt al militarismo e quello che in Italia lurnrio intimato l'alt al fascismo, allo stesso modo che sono oggi positive le ma-nifestazioni popolari non, violente contro la guerra e le armi atomiche. Ciò che in esse riscuote la nostra solidarietà è il loro c,iraUere di azione dirett.a che affida al popolo e alla sua a.zio11e cosciente la difesa e la. salvezza dell'umanità. E' questo un terreno fecondo sul quale gli anarchici non possono mancare. Ma vi sono allre cose che ci avvicinano a qu.este afferma:iorri di ummtitù: uomini che in nome di un'idea affrontano inermi la r't1ppresaglia poliziesca si impongono al nostro rispetto e ci lasciano pensosi. Questi uomini credono nella forza delle proprie idee, e ne fanno 1111-'llrma più potente di <1ualsia.sieritro mezzo. Opporre la coscienza alla violenza vuol dire opporre fo civiltà alla barbarie ed è un insegnamc,uo clic .non va trascurnto dopo che tante rivolu=io11i violente hannO mancato ai propri fini storici. Dallo sciopero olla resiste11:a passivo. alla disobbeclien:a civile, .,0110 wnti i mezzi non violcnt.i che possono caratteri::.zare la ribellione di un popolo. E sono mcz:i che diventcmo di grande att.ualitlÌ <11w11do si tratta di opporsi t1lla minaccia atomica e alla politica di guerra, mezzi che dareb– bero all'uomo in rivolta conlro la morte e contro l'assurdo, una maggior coerenza tra il suo fine e i .<Htoim.ez:i, il suo pensiero e la sua t1zio11e. ALBERTO àfORONI ... Qumul'onche la diffusioue ddle llfmi nucleari non pro,·ochi uno catostrofc per effetto di 1111 errore o del coso, l'affidorsi al deterrente nucleare crea un cli111a mornlo mnni!c.stamcnlc corrullore, giacchè tende incvilnhihnente a vincolare noi stessi e i nostri av,·ersari a lince d'azione eh~ possono condannare i posteri e i non helligertmli ollo sterminio. Atrro,•erso lu pro,·ocazione e lo propaganda reciproche, i circoli militari acquistano in· enlrambi i compi il 1>0tere ,li inAuirc sul clima moulc del nostro tempo, di proiettare l:.i loro etica l>lt tutta In ,•ila <li 11ucstomondo. Noi respingiamo il crilcrio di fnr ossegrmmcuto sulle armi della tlistruzionc di mass11,e la logica dell'in1imidazionc, oome mer.r.i d~isi,·i di risoluzione dei conflitti internazionali. dalla « dichiara.:io11c » del Commitce of Correspondcnce tli Bear /lfo1mtain, N. Y. 1960. 548

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