Volontà - anno XIV- n.7 - luglio 1961

Il grande giorno era poi venuto. Il Junedi muttina seppi tutto dai pen• sierini che i ragazzi scrissero. - Claudio era il pii1 ben vestito dei maschi. - Lt Chiesa Cesare e la Franca sono diventati bianchi e li hanno portati fuori. - lo ho mangiato tanti cappelletti. - Mi hanno regalrtto m1 orologio d'oro. - Abbiamo canHtlo una canzon~ ridiC'ola 1perchè crn in latino. - Sono arrivata in Chiesa nn po' tardi pcrchè ho aspellnto l'auto- mobile, ma il prete non m'ha visto. E la Giulia, con la ~un esile calligrafia di bambina nervosa, segnò sul quaderno la prima accusa della sua vita « Mia madre è ca11iva perch~ uon mi ha comperalo la catenina d'oro come alle altre». Non una parola di commozione e di affetto in nessuno dei loro temi; della grande Ies1a in loro non erano rimasti che lo sfolgorio degli abiti e il ricordo dei regali; la messa in scena, cioè, a cui furono chiamati. Ed ora tutto è finito, i garofani bianchi stanno appassendo nella mia aula. Domani il capoclasse mi dirì, « Signora, ho gettato via i fiori perchè erano brutti ». l\Ia, per fortuna, 11011 mc li vedrò pii1 arrivare tardi a scuola, coi ,•isi malinconici e gli occhi stanchi. Finita la prova, finita la recita e spogliatisi infine del loro pesante e incomprensibile ruolo di attori, ora mi a8pettano al ruattino rincorren– dosi festosi tra le piante o giocando ai figurini presso le panchine di legno. FANNJ CALEFt'I PERIODICOINDIPENDENTE MENSILE D;retto do SICOR P•r lo poc• • lo r•slst,uao o/ fosdsmo · P•r lo colloborozlon• lnt•rnozlono/e Abbonom•nto annuo L. 500 (ordlnorlo) 1000 (sost•nltor•) Via Consolato, 11 . Tel. 51.90.82 · TORINO (C. C. P. 2•35 •• 5) Hl

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