Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

l'incrcmeJtlO naturale nello di 50 rnila unità all'anno, si è ridotta di circa 1.150.000 persone. Fra i pro– fughi ver.10 ove.1t sono s1a1i propor– zionalmenle numerosi ( rispetto al totale delle persone che già avevano una occupazione) gli ingegneri, i tecnici, gli operai s1>ecializz11ti,i me– dici, i farmacisti, gli in.segnanti, gli uomini di legge; nonchè gli .studen– ti: molti dei quali, dopo aver frc– <ruentato, gratuitamente o quasi, Je scuole della Germania orientale, .so– no andati a cercarsi una 1>rolcssio– ne, 1>iù libera e meglio retribuita, in <1uella occidentale. Dei profughi vcr,o est (63.000 nel 1959 - 53.000 nel 1960) In maggior parte è costi– tuita da reduci, cioè da genie che, riCugiatasi nella Germania occiden– tale, non vi ha poi trovato il pnrn– diso che cercava; nonchè, fra i gio• vani, da <1uelli che hanno ,•oluto evi– tare il ser\'izio militare: obbligato– rio nella repubblica lcderalc, ,,olon– lario nella repubblica democuti,ca. La perdita di migliaia di unità lavorative ha rappresentato per la Germania orientale un danno sensi– bile, se si pensa che il totale della occupazione è attualmente sugli 8 1 2 ,uilioni di unità ( il 45% doune), di cui 1,6 milioni di persone occupate nel settore dell'agricoltura e delle foreste; e che la perdita economica globale si può calcolare a circa 15 miliardi di marchi: sulla base di un costo di formazione profossiouale di 15.000 marchi 1>er ogni lavoratore, molti1>licato ()Cr un milione di la– ,,orntori. Ln colleltivi.:.:.a:.iorie della terrn, che alla fine del 1959 era ancora al 50%, è staia, con gran fretta a ,•a– .sto suono di propaganda, portala al- 1'85-90% nel primo <1uadrimestre 334 del 1960; ma al di qua di tale -sue• cesso» 1>olitico (sia nei confronti de– gli altri stati socialisli che della Germania occidentale, verso la qua– le il 1>rov, 1 edimento vuol essere una parola definitiva, anteriore a qual– siasi modo di riunificazione) sono restati due fatti. Primo: l'insufficien– za della produzione agricola risJ>f;t• to al fabbisogno nazionale, il suo scarso grado di meccanizzazione, e la sua bassa redditi,•ità, s1>ecie in confronto con il settore industriale. Secondo: la forma giuridico-econo• mica assunta dalla ra1>ida socializza. zione; 1>oiehè i contadini hanno sì accettato di unirsi in eoo1>erativc, ma hanno scelto o istituito, quasi do– vun<1ue, quelle di grado inforiore (« ti1>0 I»); i cui membri, pur met• leudo in coruune la massima parte della terra, restano proprietari del bestiame, del.le macchine e degli at• trezzi di lavoro. La scarsa produt1ivi1à·dell'agricol- 1ura e dell'allevamcnlo è la causa 1>riina ( assieme alla insufficiente or– ganizzazione del sistema distribu– ti,10) delle periodiche cri.1i cli ap– provvigio11ame11to del m.ercato i11ter– r1o, l'ultima delle quali ha R\'UIO luogo ncll'cs1ate scorsa, per la car– ne, il burro e il la11e; nouchè della pesante dipendenza dall'estero in questo settore: 470 milioni di dol– lari di derrate alimentari im1>ortate nel 1958, pari al 28% del valore complessi,·o delle importazioni. Solo nel maggio ciel 1959, è stato defini- 1i\,amente 1oppreuo il te1.1eramento degli alimentari, e da allora, se pu– re a balzi e irregolarmente, In dispo– nihilità complessiva di beni cli con– sumo, alimentari, tessili, metallici, etc., è andata sempre aumentando, accompagnata da un miglioramento

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